Ormai è divenuto un caso nazionale la vicenda di Paravati dove vige il divieto di culto che dura da quasi un anno, con i devoti che non possono più assistere alla Santa Messa e pregare come hanno sempre fatto. Non riesco a capacitarmi che nel terzo millennio, in uno degli Stati più avanzati del mondo, possa accadere che non si pratica il culto non perché non ci siano i fedeli, come capita in tantissime realtà dove le chiese sono vuote, ma perché il capo della chiesa locale ha deciso che non lo si deve praticare. E ciò è avvenuto non in una chiesa sperduta della Calabria, bensì in uno dei posti più vivi della cristianità italiana, dove i devoti si recavano in parecchie centinaia al giorno per dissetarsi alla fonte che lì ha voluto la Madonna, così come rivelato alla nostra Mamma Natuzza.

Man mano che passano i mesi, si ricompone il puzzle e viene fuori sempre più chiaramente un disegno curato nei particolari: mettere le mani sulla Fondazione, a tutti i costi. Ma oltre a ciò, se si guarda con attenzione si denota che, a piccoli passi, si va verso un obiettivo ancora più raccapricciante e preoccupante per i fedeli di Maria e devoti di Natuzza, un obiettivo che a dire il vero probabilmente sfugge agli stessi manovratori.

La Bellissima Chiesa, chiesta dalla Madonna a Natuzza e realizzata con i sacrifici dei devoti, benché i lavori siano terminati da tre anni, attende ancora di essere consacrata. Solo a pensare che la prima pietra di questa opera meravigliosa sia stata benedetta addirittura da San Giovanni Paolo 11° il 13 Maggio 1998, per il comune devoto è molto difficile comprendere come possa coniugarsi la mancata consacrazione con le vicende relative alle modifiche dello statuto della Fondazione. Lo stesso Papa Wojtyla, in quel caldo giorno di Maggio, certamente non avrà immaginato che l’apertura della chiesa sarebbe stata legata al rifiuto di modifica dello statuto. Faccio presente che per questo Statuto, proprio allo scopo di impedire possibili interferenze col disegno tracciato dalla Madonna, si è “scomodato” perfino il Paradiso. Ricordo a tutti che l’anima di Monsignor Colloca, vissuto nell’800 e morto agli inizi del 900, apparve in visione alla mistica per suggerire le modifiche da apportare allo stesso e renderlo cosi inattaccabile da future incursioni. Ritengo che tale evento basti ed avanzi per far desistere dalla tentazione quanti hanno veramente a cuore le sorti del patrimonio spirituale di Natuzza.

Relativamente alla causa di beatificazione, dal 2015 ad oggi sentiamo sempre la stessa filastrocca senza nulla di nuovo, potendo concludere che anche su questo versante non si è concretizzata nessuna azione positiva.

Recentemente la Congregazione per il clero ha rigettato il ricorso del Presidente della Fondazione Anastasi, in relazione alla revoca dello statuto ed alla sospensione dell’assemblea dei soci fondatori, per gli effetti ed ai sensi del diritto canonico. Ma ricordiamoci e fissiamolo nella nostra mente che la stessa Fondazione rientra nell’ambito delle competenze del diritto privato (civile) e non di quello canonico e, quindi, gli effetti dei decreti vescovili e quanto stabilito dalla Congregazione del Clero poco possono incidere, se non nulla, sulla attività della fondazione medesima. In questi giorni abbiamo sentito un brusio di pseudogiornalisti, inclini ad essere le voci del padrone, che si sono adoperati per confondere le idee dei credenti. Certamente hanno gettato scompiglio e confusione sui non addetti ai lavori, soprattutto sulle migliaia e migliaia di fedeli che vivono con trepidazione i travagli di Paravati, a partire dal decreto dell’i agosto 2017. Non vi è dubbio che qualche ripercussione la possano subire pure gli organi direttivi, benché animati unicamente dalla volontà di portare avanti il progetto voluto dalla Madonna ed annunciato dalla sua messaggera Natuzza. Costoro, oltre il peso della responsabilità, sentono su di loro pressioni ingiustificate che nulla hanno a che fare con la cura e la salvezza delle anime. Sia chiaro che lo scompiglio e la confusione giova solo a chi mira ad espugnare la Fondazione.

Voglio tranquillizzare i devoti, soprattutto coloro ( e sono tantissimi) che hanno a cuore unicamente il patrimonio spirituale lasciato da Mamma Natuzza: stiano sereni perché nessuna azione umana può modificare ed incrinare quello che il cielo ha voluto preservare, anche attraverso l’aiuto dello spirito di Monsignor Colloca. Si rassegnino, invece, coloro che con tutti i mezzi si stanno adoperando per bloccare, mi auguro inconsapevolmente, il progetto voluto dalla Madonna: nulla può l’uomo su ciò che è segnato dal cielo. Devo dire che, tuttavia, per adesso qualche caduco risultato negativo sono riusciti a strapparlo: il calo delle presenze dei pellegrini. Sia chiaro che tutto questo non danneggia gli organi direttivi, ma solamente il progetto della Madonna. I devoti sono chiamati a prendere pienamente coscienza di ciò, tranquillizzandosi e riprendendo, più di prima, i pellegrinaggi a Paravati dove la Madonna e Natuzza ci aspettano con la cura e l’amore di sempre. Sappiano i fedeli che alcune persone hanno assunto il compito di contrastare proprio i pellegrinaggi!

Vedo un accanimento continuo ed una forte determinazione per un disegno che va nella direzione di dilapidare il patrimonio spirituale di Mamma Natuzza, e ciò non lo permetteremo mai, se ne facciano una ragione. Tutti siamo chiamati a difendere quanto Natuzza ci ha lasciato, e lo dobbiamo fare con grande determinazione e senza tentennamenti. Non sono assolutamente giustificati coloro che, al soffio del vento in altra direzione, si prostrano al servizio di chi sembra impugnare lo scettro. Qui si tratta di mettersi solo al servizio del volere della Madonna che il suo progetto lo ha ben delineato e lo ha affidato, senza ombra di dubbio, nelle mani delle persone giuste, scelte direttamente da Mamma Natuzza, persone che da anni si sono unicamente spese perché quel disegno trovi piena applicazione. Se questo percorso chiaro e consolidato non lo si riconosce più, vuoi dire che si è persa la bussola della fede, o peggio, che quella bussola non è mai stata la propria stella polare.

Mi permetto di consigliare di non fare richiami alla regola dell’obbedienza se questa è solo uno strumento funzionale per soddisfare le bramosie di qualcuno. Guarda caso, i paladini di tal regola sono i primi a trasgredirla, chi utilizzando la massoneria e con ciò mettendosi in contrasto con le disposizioni della Chiesa, chi disattendendo clamorosamente le vive esortazioni personali di Mamma Natuzza (quando era in vita) ad ubbidire.

Voglio chiudere con una sincera esortazione verso coloro che un qualche ruolo io hanno assunto nelle vicende di Paravati: nella storia della chiesa e dei Santi, abbiamo tanti esempi in cui gli attriti hanno costituito terreno fertile per il maligno, consentendogli di aprirsi varchi e iniziare la sua opera. Quanti fino adesso si sono adoperati per creare scompiglio, sono invitati a riflettere onde evitare che il male possa trovare la porta aperta.

Catanzaro, 18 Giugno 2018

Dr. Francesco Faragò

Devoto di Natuzza