Aristide Bava
SIDERNO – E’ un’utopia inserire la Locride nell’area Zes di Gioia Tauro ? Secondo molti commercianti e imprenditori del territorio non solo non lo è, ma potrebbe anzi essere una grande occasione di rilancio economico dell’intera fascia ionica reggina. E per questo motivo hanno elaborato un documento finito sul tavolo degli amministratori locali e dei consiglieri regionali eletti del comprensorio. In effetti la possibile istituzione della Zes nella Locride è argomento di vecchia data tant’è che molti ricordano come tanti anni fa l’ex consigliere regionale Candeloro Imbalzano, è stato anche relatore di una proposta di legge in tal senso nella Commissione allora da lui presieduta in Consiglio regionale. La Locride, d’altra parte, ha tutte le caratteristiche per far parte della Zona Economica Speciale e potrebbe diventare uno strumento formidabile per lo sviluppo non solo della Piana, -grazie alla presenza del Porto di Gioia Tauro che ne favorisce l’attuazione – ma di tutta la ex Provincia, a partire proprio dalla Locride dove si potrebbero creare finalmente condizioni assolutamente competitive per le attività artigianali, per quelle di trasformazione dei prodotti tipici e per quelle turistiche che insistono su tutta la fascia che si snoda da Saline fino a Monasterace.
Con l’istituzione delle Zone Economiche Speciali le imprese possono beneficiare delle agevolazioni fiscali e delle semplificazioni amministrative e ciò potrebbe offrire l’opportunità di attrarre investimenti di gruppi nazionali e multinazionali, anche stranieri, oltre che di rafforzare le imprese produttive già esistenti sul territorio. Nel documento presentato alle istituzioni viene, infatti, sottolineato come “L’ammissione dell’area locridea all’area del Porto di Gioia Tauro faciliterà l’attrazione di nuovi investimenti diretti, soprattutto esteri, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il rafforzamento del tessuto produttivo”. Una delle condizioni rafforzative per chiedere l’istituzione della Zes sul territorio della Locride, d’altra parte, è data dalla presenza del Porto di Roccella, parte integrante del comprensorio. E la presenza di un porto è anche una delle condizioni per ottenere questo importante strumento.
Resta, ovviamente ai sindaci la possibilità di valutare il da farsi per cercare di stimolare la realizzazione nella Locride di questo importante strumento ricordando che grazie alle agevolazioni fiscali, alla burocrazia semplificata, alla possibilità di accedere alle infrastrutture previste dal Piano Strategico e ai finanziamenti che periodicamente vengono riservati alle ZES l’impatto economico e sociale , troverebbe una strada fortemente in discesa e si creerebbe un indotto economico che apporterebbe un fondamentale sviluppo territoriale e imprenditoriale e maggiori opportunità anche nel settore turistico. Solo per questo gli stessi sindaci della Locride su un argomento di così grande importanza dovrebbero esercitare la loro pressione per rivendicare con ogni sforzo possibile l’applicazione della Zes sull’intero territorio.
Certo, nessuno si illude che sia una cosa facile, anche perchè la debolezza contrattuale di questo territorio è ormai ben nota, ma è una battaglia , però, che converrebbe fare per mille ragioni. In passato sul problema si sono tenuti tutta una serie di convegni e incontri per mettere a fuoco l’importanza che questo importante strumento potrebbe avere per l’intero territorio. Però, poi, come al solito il tempo ha pian piano ridimensionato ogni velleità sino a far accantonare questa possibilità. La nota degli imprenditori riapre il problema legato certamente ad una partita ancora aperta e tutta da giocare. E sicuramente vale la pena farlo proprio perchè, in un momento di grave crisi economica, potrebbe anche aprire le porte della Locride ai mercati extraregionali e internazionali e creare nuove occasioni di lavoro grazie alle enormi potenzialità (non sfruttate) del territorio. Perchè, dunque, non tentare ?
nella foto il Porto di Roccella