Sicuri dell’anonimato garantito da una nota piattaforma di messaggistica, si scambiavano materiale pornografico prodotto sfruttando minorenni.
A far luce sulla rete di utenti è stata la polizia postale di Torino che stamani ha eseguito una dozzina di perquisizioni a carico di altrettanti indagati, tra cui quattro che non sono ancora maggiorenni, e tre dei quali sono stati arrestati rispettivamente in Calabria, Campania e Lombardia, mentre sono stati sequestrati migliaia di file.
L’accusa che si contesta a tutti è quella di detenzione e diffusione di contenuti pedopornografici.
L’indagine che ha portato oggi all’operazione chiamata in codice “Area Pedonale” è stata diretta dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici della Procura del capoluogo piemontese e coordinata dal Cncpo, il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma.
Dieci le regioni italiane in cui hanno operato i polizotti della Postale: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto.
Tutto è nato da un’attività sotto copertura svolta proprio nell’ambito del contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete.
Gli agenti “infiltrati” si sono messi in contatto con gli utenti che, apertamente, sulla chat di gruppo, dichiaravano di possedere o pubblicavano il materiale illegale, proponendo di scambiarlo con altri internauti.
Le tracce informatiche hanno permesso di individuare i partecipanti della chat e l’amministratore di un canale dove reperire “materiale” pagando una iscrizione di 25 euro.
L’uomo è stato arrestato in Calabria per commercio di materiale pedopornografico aggravato per aver utilizzato strumenti volti a impedirne l’identificazione. A suo carico, oltre numerosi supporti informatici, sono state sequestrate carte di debito e credito e un portafogli elettronico.
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