Aristide Bava
SIDERNO – La Pasqua di quest’anno, in molti centri della Locride, non è stata esaltante. A Siderno, ma anche in tanti altri Comuni, la decisione adottata dalle istituzioni ecclesiastiche di abolire buona parte dei tradizionali riti pasquali ha pesato notevolmente sulla “voglia” dei cittadini di riscoprire, dopo i due anni di pandemia che avevano pesato notevolmente sulle comunità, di riprendere le usanze di un tempo. A Siderno è stata la stessa Amministrazione Comunale assieme a tutti i Parroci del centro e di Siderno Superiore, dopo un approfondito incontro, a decidere di non procedere all’organizzazione dei riti civili e religiosi che si sarebbero dovuti svolgere in occasione della Santa Pasqua. E, purtroppo, anche quest’anno i cittadini sono stati costretti a rinunciare agli eventi, tra i più attesi dell’anno, come la Via Crucis o la partecipatissima “Svelata”, prevista per la domenica di Pasqua . Senza questi tradizionali riti è mancato, ovviamente, il grande pubblico. Poi la pioggia ha dato il tocco finale e le strade, a parte qualche sporadica eccezione, per buona parte della giornata pasquale sono rimaste vuote. Anche la Pasquetta, caratterizzata da una giornata metereologicamente poco attraente ha risentito, ed è stata, quindi una Pasquetta con strade e luoghi d’incontro pressocchè deserti con qualche piccola, anche se limitta, eccezione per Gerace e Stilo mete già prestabilite per alcuni gruppi di forestieri. E’ mancato il tradizionale fuori porta, sono mancate le grandi abbuffate ed è mancato il via vai mare-monti e viceversa che ha sempre caratterizzato la giornata del lunedi dell’angelo sia per i cittadini della fascia ionica che per quelli della fascia tirrenica che solitamente si spostavano verso la Locride per passare una giornata diversa. A parte, quindi, qualche ricco pranzo casalingo magari con parenti e amici più stretti molti hanno opzionato per un pranzo nelle trattorie tipiche o nei ristoranti più a portata di mano. Come è noto nel giorno del lunedi dell’Angelo a Siderno è mancato lo svolgimento della “Sagra della sguta”, determinato dal timore del Covid, cosa che ha “bloccato” l’arrivo del grande pubblico che solitamente assiepava il Corso della Repubblica.
Una occasione perduta, dunque, anche per l’economia locale, turistica e non, che sperava, e spera ancora, in una ripresa che tarda a venire per i colpi di coda ( almeno si spera) del Covid. Gli operatori turistici e gli stessi ristoratori speravano in molto di più anche perchè la Locride presenta dei buoni stardard ricettivi anche per i forestieri grazie alla possibilità di ospitare un turismo di prossimità con mete vicine a casa facilmente raggiungibili visto che ancora il timore del Covid sconsigliava i lunghi spostamenti. Qualche operatore turistico non ha mancato, peraltro, di evidenziare che la Pasqua sotto tono è stata determinata anche del caro vita che ha frenato la possibile vacanza. E il classico mordi e fuggi non basta per dare imput all’economia. Quindi si rimanda tutto all’estate con la speranza che la situazione si evolva positivamente. Ma Pasqua, almeno dal punto di vista religioso e sociale, per la comunità è rimasta sempre Pasqua, anche se l’ombra della guerra ha umiliato l’anelito di pace che da sempre arricchisce questo atteso periodo dell’anno. Non sono mancate, infatti, le preghiere che in Chiesa hanno accomunato molta gente e, soprattutto, si sono intensificati anche gli atti di solidarietà. Un modo diverso, quest’ultimo, per onorare la Pasqua, ma certamente importante per solennizzare questo importante periodo dell’anno in un momento in cui il mondo reclama a gran voce il bisogno di pace.
nelle foto
la S. Messa del giovedi Santo nella Chiesa di Maria SS. di Portosalvo
Forestieri a Stilo