Un agente di Polizia penitenziaria è stato sospeso per un anno dal servizio: aveva fatto recapitare a un detenuto nel carcere di Parma un telefono cellulare e un registratore audio. A corromperlo, “con la promessa di benefici economici e di altre utilità” come hanno fatto sapere i carabinieri del Nucleo Investigativo, che hanno condotto le indagini, sono stati in concorso tra loro il destinatario delle ‘attenzioni’, un pregiudicato 58enne di origine calabrese detenuto per altri reati, e il figlio di 32 anni, che abita nel Genovese.
Il pregiudicato, tra novembre e dicembre 2014, aveva aggirato in questo modo le limitazioni imposte dalla detenzione e aveva potuto avere contatti con persone esterne alla casa circondariale. Per lui l’autorità giudiziaria ha disposto la misura cautelare in carcere, per il figlio gli arresti domiciliari. L’ agente era già stato sospeso dal servizio dall’Amministrazione.

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