Ammontano ad oltre due milioni e mezzo di euro il totale dei beni sequestrati preventivamente dalla Guardia di Finanza ad un imprenditore reggino, nell’ambito dell’operazione Linee Rosse, scattata questa mattina.

Una somma che sarebbe pari a quanto si ritiene sia stato indebitamente sottratto al fisco nel corso degli anni, motivo per il quale la Procura ed il Tribunale di Palmi ha emesso, oltre alla richiesta di sequestro, anche una interdittiva a carico dello stesso imprenditore, che non potrà dunque esercitare la direzione delle imprese per un anno.

L’operazione costituisce l’esito una indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo dello Stretto che ha portato ad ipotizzare – per un periodo compreso tra il 2015 e il 2020 – il reato tributario di indebita compensazione.

Secondo le fiamme gialle, in pratica, l’imprenditore avrebbe fatto ricorso sistematico al meccanismo delle compensazioni di crediti di imposta per agevolazioni sull’acquisto di gasolio, ritenuti però inesistenti, attraverso diverse richieste di rimborso asseritamente legate alle spese del carburante utilizzato nell’ambito della propria attività di impresa.

Una “strategia” che sempre secondo gli investigatori avrebbe avuto una duplice finalità: da una parte, quella di permettere alla società un risparmio fiscale non dovuto e, dall’altra, di ottenere una apparente regolarità contributiva necessaria ai fini dell’erogazione, da parte delle relative istituzioni, del contributo pubblico per il servizio di trasporto locale reso dalla sua azienda.

La misura è stata eseguita tra Reggio e Roma, dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo dello Stretto sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti. L’Ordinanza cautelare ed il Decreto sono stati emessi dall’Ufficio Gip dello stesso tribunale

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