La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha celebrato anche a Paestum il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. In questo immaginario legame tra i luoghi mitici della Magna Grecia si rilanciano le numerose bellezze che caratterizzano tutto il territorio di Reggio Calabria che è stata protagonista alla XXIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico di Paestum, il più grande Salone Espositivo mondiale del patrimonio archeologico, con una grande offerta turistica che va dal Museo archeologico di Rosarno alla Cattolica di Stilo ai Musei e alle aree archeologiche di Locri e di Archeoderi, fino al Museo Nazionale di Reggio Calabria che ospita le leggendarie sculture ritrovate nel 1972 e che sono state al centro della conferenza ospitata nella Sala Velia della BMTA, dal titolo “Memoria e Mito nella Città metropolitana di Reggio Calabria, Bronzi di Riace,1972-2022″.

“Raccontiamo oggi l’anno delle celebrazioni, ma siamo solo all’inizio. Si parte dai Bronzi per far conoscere tutto il nostro territorio, che ha un patrimonio vasto e diversificato, ricco di bellezza. Stiamo lavorando proprio in questa direzione investendo anche fuori dalla Calabria, come oggi a Paestum, per raggiungere e attirare nuovi visitatori. La cultura nella nostra area offre tantissime opportunità e la collaborazione tra tutti i soggetti impegnati nella tutela del nostro patrimonio, ci sta consentendo di ottenere importanti risultati. Un percorso intenso quello alle nostre spalle, ma siamo comunque soltanto all’inizio, perché intendiamo andare avanti con convinzione e con slancio per promuovere i nostri territori, anche chiedendo al Ministero della Cultura maggiore attenzione e supporto per la valorizzazione di tutto ciò che di bello ha da offrire la nostra terra. Candidiamo la Locride a Capitale italiana della cultura 2025 e abbiamo aperto proprio a Locri le attività del programma per le celebrazioni dei Bronzi. Questo perché la Città metropolitana è l’insieme di 97 Comuni, tutti diversi e tutti straordinari. Abbiamo tanto da dire e tanto da raccontare. Continuiamo sulla nostra strada e lo facciamo ponendoci importanti obiettivi perché oggi più che mai siamo consapevoli delle nostre potenzialità. Abbiamo avviato un importante progetto di valorizzazione delle due statue e abbiamo attivato la piattaforma territoriale perché intendiamo candidare i Bronzi come patrimonio dell’umanità dell’Unesco”, ha dichiarato Carmelo Versace, Sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Il 2022 è un anno importante, che celebra il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, simbolo del territorio, segno e veicolo d’identità della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Un’identità che trae origine da un passato storico millenario fortemente legato alla Grecia che diviene Magna in Calabria, dove la civiltà greca evolve, raggiungendo il suo massimo splendore in campo artistico e culturale. Una narrazione colta sottolineata non solo dall’antichissima memoria storica che incontra il mito ma soprattutto da una fitta programmazione di eventi di ampio respiro culturale, che hanno reso questo cinquantenario una irripetibile occasione di rilancio territoriale.

Per questa Conferenza “celebrativa” è stato affidato alla conduttrice Veronica Maya il ruolo di moderatrice e divulgatrice della bellezza. La presenza della Maya che nella sua lunga esperienza televisiva, ha avuto più volte l’opportunità di apprezzare, ammirare e conoscere da vicino il territorio calabrese, ha rappresentato un’occasione per affermare a chiare lettere la centralità della cultura, l’importanza della memoria storica da tramandare e trasferire alle nuove generazioni che passa attraverso la valorizzazione delle bellezze naturali e del patrimonio culturale, la promozione delle eccellenze, il coinvolgimento della comunità, il senso di appartenenza.

Un evento rimarcato dalla presenza di una notevole rappresentanza istituzionale e culturale di Reggio Calabria. C’erano infatti Carmelo Versace, Sindaco f.f. della Città Metropolitana, Fabrizio Sudano, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia con Andrea Maria Gennaro, Funzionario Archeologo, Nino Sulfaro, docente di Restauro architettonico del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Elena Trunfio, Direttrice del Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri e del Museo e Parco Archeologico Archeoderi di Bova Marina e Maria Domenica Lo Faro, Funzionario del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria che si sono poi ritrovati, insieme ai numerosi giornalisti presenti, all’interno del Castello di Giungano per un nuovo scambio culturale con protagonisti i prodotti dei territori calabrese e campano.

“Il sistema cultura sicuramente va valorizzato al massimo perché è un punto di partenza fondamentale per le regioni del sud che hanno la cultura come priorità, anche se dobbiamo fare ancora molto. Dobbiamo riuscire ad andare avanti su questo filone perché le regioni del Mezzogiorno hanno, in questo ambito, una marcia in più e riuscire a valorizzare adeguatamente questo patrimonio è uno dei compiti fondamentali per le istituzioni. Gli enti territoriali locali devono capire che si può ripartire da questo, perché per parlare di turismo si devono avere le idee chiare sulle proprie risorse, coinvolgendo i soggetti scientifici come le università. Queste sinergie istituzionali oggi stanno dando dei frutti importanti e quest’anno dedicato ai Bronzi è un anno di sperimentazione per tante iniziative e speriamo che possa essere utile anche in futuro, utilizzando anche nuove e moderne forme di comunicazione e promozione della cultura”. Lo ha dichiarato Fabrizio Sudano, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia.

“L’esperienza delle celebrazioni dei bronzi è solo una delle tante esperienze che stiamo portando avanti in questi anni con tutte le forze attive del territorio. La direzione regionale musei della Calabria che rappresento lavora da anni con la città metropolitana di Reggio Calabria e con gli altri enti per promuovere il patrimonio archeologico territoriale. Noi abbiamo un grande rapporto con il museo archeologico nazionale che è la casa dei Bronzi e la storica collezione di questo museo è formata dai reperti provenienti da tutti i musei della Calabria, quindi rappresenta il simbolo del nostro immenso patrimonio straordinario. In realtà già raccogliamo i frutti di questa attività e infatti le presenze nei nostri musei in questi ultimi anni sono raddoppiate, triplicate in alcuni casi, segno che la strada intrapresa è quella giusta”, ha sottolineato Elena Trunfio, Direttrice del Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri e del Museo e Parco Archeologico Archeoderi di Bova Marina.

Nino Sulfaro, docente di Restauro architettonico del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si è soffermato sul ruolo dell’Università sul territorio per dare profondità alla gestione del patrimonio. Insieme a lui Maria Domenica Lo Faro, in rappresentanza del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ha illustrato gli importanti numeri dei visitatori nel quadrimestre maggio-agosto presso la struttura museale reggina.

Nel momento successivo alla conferenza in un una dimora del 1600 che racconta lo spirito rurale del Parco Nazionale del Cilento è avvenuto un confronto e incontro speciale tra le due culture del sud campana e calabrese. Protagoniste le eccellenze culinarie del territorio, pensate come esperienza sensoriale collettiva, come scambio culturale generativo di nuove relazioni. Il cibo attraverso questo momento conviviale è stato sì, la sintesi di passaggi storici e culturali che ha portato nel tempo la tradizione alimentare, tanto della Campania quanto quella della Calabria in una direzione identitaria ben precisa, ma soprattutto esperienza di contaminazione in cui le culture si sono incontrate senza confondersi, e in cui ogni specificità è capace di supportare ed esaltare l’altra per un unico Sud Italia.

Dal bergamotto al pane di Canolo, dal caciocavallo di Ciminà alla soppressata di maialino nero di Calabria è stato un susseguirsi di sapori contrastanti ma equilibrati venuti fuori dall’accostamento studiato di prodotti del territorio reggino e del territorio cilentano. Una degustazione di mare e di terra magistralmente creata dallo chef Vincenzo Cucolo che con le giuste intuizioni ha dato vita ad un ponte culturale tra le due coste. Innumerevoli gli apprezzamenti verso una cucina che si è rivelata semplice, tradizionale, emozionante e rappresentativa del calore del Mediterraneo.

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