Come ogni anno la simpatica vecchietta ha preparato il sacco con i doni da distribuire a tutti i cittadini e come al solito ha messo nello stesso sacco quelli per i reggini buoni e per i reggini cattivi. E’ risaputo che i calabresi, in genere, passano per essere brutti, sporchi e … cattivi! La vecchietta avrebbe saputo distinguere cosa estrarre dal sacco secondo il comignolo imboccato. Però nel volo radente la sua scopa si è imbattuta nell’Aria artica con piogge e nevicate a bassa quota, poi neve fino in pianura la sera, freddo ovunque e venti forti settentrionali ed è rimasta in balia delle intemperie oltre che del vortice delle pale dell’elicottero di Nicotera e quando ne è venuta fuori era così scombussolata che non si è resa conto di non distribuire i doni per come aveva preventivato. Nella confusione ha mischiato tutto ed ha deciso comunque di distribuirli tanto i reggini buoni-buoni sono molto pochi e anche quelli sono rassegnati ad essere trattati alo stesso modo dei cattivi. Quindi una pioggia di CIE, che CI Erano e sono stati dismessi, promessi dal neo ministro Minniti per bilanciare l’accoglienza modello Riace che , recentemente le gelosie disumane, hanno additato come un affaire. Ci ha regalato anche qualche nuovo consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose che si va ad aggiungere ai 48 precedenti che ci consegna un primato assoluto. Per la verità ci ha dato qualche nuovo consiglio comunale eletto sulle ceneri dei commissariamenti; resiste San Luca dove nessuno vuol mettere mano alla cosa pubblica anche dopo che il movimento delle donne ha subito una pugnalata a tradimento. Ci riversa la vecchina una valanga di pratiche per risarcimenti dovute a cause alluvionali ma questa non è una novità ogni anno puntualmente il nostro fragile territorio depredato e abbandonato a se stesso dilava sotto le piogge torrenziali e le finte promesse dei professionisti dell’inganno sociale. L’inganno della depurazione che non depura se non le finanze regionali e continua a riversar sul suolo e nel mare tutte le porcherie di cui siamo produttori. Ci recapita la befana un Aeroporto, pomposamente definito, dello Stretto ( meglio sarebbe chiamarlo delle strettoie) in grave dissesto e disertato persino da Alitalia che sopravvive grazie ai 3 miliardi di Euro elargiti dal governo Berlusconi e dalle infinite flebo ricostituenti di regioni ed ex-province. E siccome tre è il numero perfetto ci molla pure le dighe ( 3 di cui 2 piene ed una vuota) mai entrate in funzione per quello cui erano state progettate. Ma tre sono anche gli ospedali che sono svuotati di competenze e posti letto ( Locri, Melito P.S. e Oppido Mamertina) e che per ottenere un ricovero somiglia al brivido della roulette russa. Ci ha mollato, in sorvolo, Il piano regionale gestione rifiuti approvato non a caso il giorno di Santa Lucia, del tipo lasciateci almeno gli occhi per piangere, che è stato corretto nella dizione “ Discariche zero” in quanto non rispondente alla realtà. Smentisce tutto quello che è stato dichiarato sulla chiusura dell’inceneritore di Gioia Tauro che “subirà un riefficientamento senza alcun cambiamento della linea di processo” ed accoglie le osservazioni maliziose dell’Università della Calabria ( prot. 10956/2016) precisando che è previsto un biodigestore anairobico con produzione di biogas (sic!) in tutti gli impianti pubblici. Ma l’università auspicava l’utilizzo anche di impianti privati perché attualmente qualche impianto realizzato ma senza lavoro ci sarebbe. Chissà che un così autorevole parere non venga tenuto in considerazione per procurare materiale da bruciare a capitali attualmente senza profitti? Cara vecchina ti prego basta con questi doni se proprio non puoi fare a meno lasciaci almeno la speranza che la calza già usurata sulla punta si laceri lasciando scivolare tanta provvidenza e che almeno la Città Metropolitana nasca sotto migliori auspici. Ci resta anche la ciminiera di Saline orfana, per fortuna, del carbone e ci restano i Bronzi, sempre di Riace, che continuano a rappresentare l’antica compostezza di un popolo prima che venisse piegato ai voleri delle maitresse della mala-politica. Ci lasci, infine, lo splendido Aspromonte dove andare a passeggiare riflettendo su come risorgere e progettare il nostro futuro eco-compatibile. Amen
Arturo Rocca