R. e P. 

Nel nostro più recente vocabolario parlato si è inserito l’acronimo Dad, che sta per didattica a distanza. Noi lo prendiamo in prestito ma sostituiamo la didattica con la depurazione. Perché? Vi chiederete. Ma perché da noi la depurazione è stata da sempre a distanza. Ergo. La depurazione non si è mai affrontata da vicino ed il nostro territorio è devastato dagli scarichi abusivi privati ma anche pubblici, anzi soprattutto pubblici. Sono tantissimi i comuni calabresi che non hanno alcun sistema di depurazione ed anche quando esiste funziona poco e male. Nel periodo del commissariamento sono state fatte scelte scellerate che sono costate molto ed hanno risolto poco o niente. I depuratori costruiti quasi in ogni comune sono stati abbandonati, molti senza mai essere entrati in funzione, per avere deciso una politica di megadepuratori consortili con la costruzione di impianti dal costo spropositato e di canalizzazioni che avrebbero dovuto trasportare i reflui per decine di chilometri spinti da pompe azionate elettricamente che sono state posizionate vicino alla riva del mare o alle foci delle fiumare e che si bloccano ad ogni mareggiata e ad ogni pioggia torrenziale; a volte si bloccano anche senza eventi straordinari. Ci sono i sistemi di telecontrollo ma spesso e volentieri si bloccano anche quelli. E’ successo il 20 e 21 novembre scorso ( vedi foto) al depuratore di Siderno che vantano essere efficientissimo eppure a nessuno è arrivato il messaggio del blocco, oppure no.

Il lago di reflui il giorno successivo è finito in mare a seguito di una pioggia torrenziale. Il 17 dicembre per ore ha riversato reflui nella fiumara e sono arrivati al mare perché inspiegabilmente quando si fa la manutenzione succede puntualmente. Il fallimento di questo sistema non ha scoraggiato neanche il nuovo assessore regionale piumato che proprio in questi giorni ha concesso un finanziamento al comune di Siderno di 1.800.000,00 (unmilioneottocentomilaeuro) per completare il collettamento dei comuni di Agnana, Canolo e Gerace, già oggetto di un finanziamento di 2,5 milioni di euro che ha lasciato il lavoro incompiuto. Altri 400.000,00 saranno stanziati a breve per collettare anche le frazioni di Pirone, Mondarola, Scorciapelle, Giannarena, Summichele, Preiale, Zoovaianni e Malivindi.

Ci viene da pensare che ci vuole molta fantasia ad immaginare di portare i reflui di Malivindi, frazione di Canolo, al depuratore di Siderno a forza di pompe elettriche che in tutti gli altri casi hanno dato continuamente forfait, la linea che arriva da Moschetta di Locri è un esempio lampante del sistema sbagliato. Ma anche piccole comunità come quelle appena citate non necessitano di una spesa così esorbitante perché il nostro territorio si presta agli impianti di fitodepurazione che costano poco e funzionano e hanno bisogno di minima manutenzione ma non essendo un bancomat per gli interessati vengono scartati. La depurazione ormai non è funzionale alla salubrità ambientale ma solo una partita di giro per la costosissima manutenzione e per gli appalti di improbabili depuratori, vedi Camini.

La Locride non ha più strade per gli spostamenti verso i centri dell’interno, vedi Gerace, ma ha autostrade per i reflui che viaggiano per chilometri con una bolletta elettrica stratosferica per poi finire nelle fiumare e nel mare. Dal tempo del commissariamento ad oggi la depurazione è costata, tra spese effettuate e contenzioso, circa due miliardi di euro con i risultati che abbiamo sotto gli occhi, o meglio sotto il naso.

Arturo Rocca