R. e P.

Fu arrestato e condannato dal Giudice dell’udienza preliminare di Reggio Calabria con l’accusa di aver commesso una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dal numero di persone maggiore a 5, ai danni di un’azienda di servizi Siciliana che forniva la mensa scolastica per il comune di Bianco.

All’epoca dei fatti furono arrestati anche alcuni funzionari del comune. La notizia fece scalpore.

Le motivazioni nella sentenza del Giudice di prime cure erano fondate sulla descrizione dell’aspetto fisico fornito dalla vittima agli inquirenti, che aveva raccontato di essere stata intimidita da due persone di corporatura colore e taglio di capelli diversi da quelli di Scordo Bartolomeo e del fratello Domenico, anch’egli arrestato e condannato.

Fu poi una telefonata del tutto casuale tra quest’ultimo e uno dei coimputati , tutti finora condannati ad eccezione di Bartolomeo , che convinse gli inquirenti e i Giudici che a commettere materialmente l’estorsione erano stati i fratelli Scordo, che si sono sempre proclamati innocenti e vittime di ingiustizia.

Nel frattempo costoro hanno espiato la maggior parte della condanna, e un anno di sorveglianza speciale.

A distanza di quasi un decennio dai fatti, la Corte di Appello di Reggio Calabria, ieri, ha assolto con formula piena Bartolomeo Scordo per non aver commesso il fatto grazie all’intervento del collegio difensivo composto dagli avvocati Giuseppe Zangari e Piermassimo Marrapodi, quest’ultimo intervenuto anche per Scordo Domenico per cui i Giudici hanno confermato la condanna di primo grado.
Si attendono le motivazioni.