R. e P.
Regge l’accusa nel processo di primo grado.
Diciassette condanne, è questa la sentenza del Gup di Palermo nel processo “Papiro Blu” per il troncone in abbreviato ( una sola persona ha scelto di essere giudicata con il rito ordinario ) nel quale è stato contestato a 11 imputati, di essersi associati , dall’anno 2020 fino all’ arresto, con lo scopo di commettere una pluralità indeterminata di delitti tra quelli previsti dall’art. 73 del DPR 309/1990. .
Le indagini hanno consentito il sequestro di oltre 50 kg di cocaina purissima , trasportata dalla Calabria in Sicilia, e individuato accordi e cessioni per centinaia di kg dal valore di diversi milioni di euro. .
Secondo le indagini, l’associazione aveva la propria base operativa per lo smercio dello stupefacente a Palermo, da cui giungevano fiumi di coca dalla Calabria da membri della cosca Barbaro di Platì, una delle più influenti e radicate sul territorio Italiano e all’estero.
Stando alle indagini, la droga veniva “spedita” al gruppo dei Palermitani in doppifondi creati ad hoc nelle loro autovetture fin quando uno veniva arrestato a Messina in flagranza di reato con 20 kg di cocaina. Da allora lo stupefacente veniva trasportato all’interno di autoarticolati carichi di frutta. .
Tuttavia, l’impianto accusatorio non ha retto alle contestazioni degli avvocati Giuseppe Zangari del Foro di Locri e Raffaele Bonsignore del Foro di Palermo, dell’ avvocato Giuseppe Spadaro del Foro di Locri e dell’ avvocato Chiara F. Bardelli del Foro di Milano , che hanno fermamente contestato la mancanza di qualsivoglia accordo e rapporto di conoscenza con i correi Palermitani.