Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria (Antonino Francesco Genovese, Carlo Bisceglia e Aurélie Patrone Giudice), ha accolto il riesame dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Palmi a carico di Giuseppe Sicari arrestato, nell’ambito dell’operazione Dionisio, con l’accusa di avere gestito – insieme ad altri una piantagione di 3.200 piante di canapa indiana di altezza compresa tra 50 e 150 centimetri impiantata in un terreno a Cittanova in località “Cagnolazza”. Sicari è accusato anche di averne curato la coltivazione e lo stato di crescita e di avere ceduto, in almeno due occasioni dei “campioni di prova” per la successiva vendita della sostanza a terzi e di avere ceduto, in concorso con altri, una grossa partita di sostanza stupefacente da destinare al successivo spaccio.

In seguito al Riesame, il Tribunale della Libertà – in parziale accoglimento della richiesta di riesame – aveva annullato l’impugnata ordinanza della provvisoria imputazione ed aveva sostituito, con riferimento ai restanti capi, la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico da eseguirsi presso l’abitazione sita in Milano. Contro il provvedimento del Tribunale reggino i difensori di Sicari, gli avvocati Antonino Napoli e Rosario Pricoco, avevano proposto ricorso in Cassazione e la terza sezione penale della Corte di Cassazione, accogliendo il motivo relativo alle esigenze cautelari, aveva annullato l’ordinanza con rinvio per un nuovo giudizio. All’esito del nuovo giudizio, il Tribunale della libertà ha valutato l’intervenuta recisione dei collegamenti di Sicari con il contesto territoriale nel quale sono stati perpetrati i fatti – dimostrata dal suo trasferimento a Milano. A questo, si è aggiunto il mutamento dello stile di vita e la ricerca di lecite fonti di guadagno, la giovane età dell’indagato, lo status di incensurato e l’esito negativo della perquisizione effettuata presso la sua abitazione.

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