È stato grazie al monitoraggio di alcuni soggetti ritenuti legati ai Commisso di Siderno, e di altri invece vicini alla famiglia Zucco-Cataldo di Locri, che gli inquirenti hanno potuto scoprire come gli interessi della ‘ndrangheta reggina ruotassero attorno al mercato clandestino delle armi.

Gli investigatori hanno attivato delle intercettazioni su due persone, Giuseppe Arilli, di Locri, e Antonio Lizzi, di Siderno, sospettati di essere dei trafficante di armi e droga, e rispettivamente il promotore e l’organizzatore del sodalizio criminale che avrebbe avuto la sue ramificazioni a Siderno, nella piana di Gioia Tauro, e nelle zone di PlatìSan Luca.

Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata all’acquisto, detenzione e vendita di armi clandestine e munizioni, collegata e funzionale alle attività delle cosche di ‘ndrangheta dei Commisso e Cataldo; a quella finalizzata al traffico di stupefacenti (hashish e marijuana); dalla coltivazione di numerose piantagioni di canapa indiana ad una serie di delitti in materia di detenzione e porto illegale di armi, fra cui pistole e fucili mitragliatoried altre da guerra con tanto di relativo munizionamento.

Le attività tecniche degli agenti della mobile reggina – estese a macchia d’olio – hanno consentito di identificare anche altri presunti sodali del traffico: in particolare i fratelli Bruno e Francesco Filippone, che sarebbero stati aiutati negli “affari” illeciti dai Scott e Samuel Zimbalatti, da Francesco BorgesePietro PanajiaVincenzo Bruzzese e Maurizio Calautti.

Numerosi sono stati i riscontri avvenuti con sequestri di armi che hanno consentito l’identificazione di alcuni degli indagati.

 

Inoltre, sempre durante le attività tecniche, sono state intercettate delle conversazioni che gli inquirenti ritengono di “grande valenza probatoria”.

Durante i dialoghi i soggetti captati parlavano in chiaro delle armi oggetto del traffico, indicandone la tipologia: “Thompson calibro 45”, “Kalashnikov”, “44 magnum”, “cal.38”, “cal.9 luger”, “cal.7,62 x 39”, “cal.7”, “Walter PKK”, “marca Taurus”, “cal.357”, “fucile cal.12”, “cal. 9x 21”, “calibro 9x 19”, “cal.22”, “marca Gamba”, “fucili super 90”, “cal.7,65”, “doppietta cal.12”, “fucile a pompa”, “fucile sovrapposto”, “Smith & Wesson 646”,“marca Browning”, “WALTHER PPK cal.765”.

E poi: “mitraglietta cal.28 magnum”; la provenienza “maltese”; le caratteristiche “con manico lungo”, “con manico corto”, “micidiali”, “semiautomatica”, “nuove”, “vecchiarelle”, “bifilare”, “con canna lunga”; talvolta esibendo un campionario di “25 pezzi”, “8 pezzi”; munizionamento ed accessori di vario tipo “calibro 12 marca Fiocchi”, “calibro 12 marca Nobel”, “strozzatori per cal.12”, “marca beretta” e “caricatore”.

 

Le risultanze dell’attività investigativa, nel complesso, hanno portato a poter contestare la partecipazione all’associazione dei Filippone (Bruno e Francesco), ritenuti vicini alla ‘ndrina di contrada Donisi della cosca Commisso; e di Domenico e Giuseppe Zucco, considerati invece appartenenti ai Cataldo.

Gli elementi acquisiti hanno consentito di contestare anche ad alcuni indagati, l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed, in particolare, a Antonio Lizzi e Bruno Filippone col ruolo di capi dell’associazione e quello di partecipi per Francesco CatanzaritiAntonio FilipponeMichele e Domenico Romeo.

 

Nel corso di alcuni dialoghi registrati dagli investigatori Squadra Mobile e dal Commissariato di Siderno, gli indagati facevano infatti riferimento alle “piantagioni” in siti impervi e anche ai ricavi mensili di “otto diecimila ogni due mesi”, oltre che alle difficoltà del “taglio” e ai “pozzi” realizzati per l’irrigazione.

Le misure cautelari di oggi sono state dunque eseguite nella provincia di Reggio Calabria con la collaborazione dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Cittanova, Polistena e Bovalino e dei Reparti Prevenzione Criminale della Polizia di Stato “Calabria” di Siderno, Vibo Valentia e Cosenza. Un soggetto è stato arrestato a Vazzano (nel vibonese) dalla Squadra Mobile locale.

L’Ordinanza di Custodia Cautelare è stata emessa dal Gip del capoluogo dello Stretto, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura locale, diretta da Giovanni Bombardieri. L’indagine è stata svolta con il coordinamento dell’Aggiunto Giuseppe Lombardo e dei Sostituti Antonio DE BERNARDO (oggi in servizio presso la Procura di Catanzaro) e Simona Ferraiuolo.

fonte e foto: cn24.tv