R. e P.
Un’importante decisione è stata assunta dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria in relazione al procedimento penale denominato “Operazione Malea”, nell’ambito del quale, nei giorni scorsi, era stato disposto l’arresto di 12 soggetti, tra i quali spiccava un Sovrintendente della Polizia di Stato, Domenico Sità, catturato dai suoi stessi colleghi ed indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nell’inchiesta, curata dalla Procura distrettuale reggina, vengono contestati a numerosi soggetti, non tutti destinatari di misura cautelare, i reati di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e violenza privata. L’attività di indagine ha inteso dimostrare l’esistenza della locale di ‘ndrangheta di Mammola, capace di controllare quel territorio, di condizionarne l’imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, nonché di finanziarsi anche mediante la produzione ed il traffico di sostanze stupefacenti.
Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, all’esito dell’udienza camerale, ha scarcerato Domenico Sità, poliziotto in forza al Commissariato di P.S. di Siderno, difeso dagli avvocati Giovanni Taddei e Andrea Alvaro. A Sità, sulla scorta delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e dei contenuti dei dialoghi intercettati, veniva contestato di avere fornito a SCALI Rodolfo, ritenuto al vertice del sodalizio, e più di recente ad un soggetto indagato dalla Procura Distrettuale Antimafia di Torino, notizie riservate, anche in cambio di alcune regalie. All’indagine aveva collaborato, in coordinamento con quella reggina, anche la Procura distrettuale torinese.
I difensori, Alvaro e Taddei, hanno confutato, nel loro articolato intervento difensivo reso lungamente all’udienza camerale di mercoledì 9 scorso, tutte le argomentazioni e gli elementi addotti dall’Accusa, prospettando al Giudice collegiale cautelare una pluralità di rilievi difensivi dimostrativi, con forza, della mancanza di gravità indiziaria in relazione al reato contestato al poliziotto.
Il Tribunale del Riesame, condividendo le ragioni della Difesa, ha annullato la misura cautelare, disponendo l’immediata scarcerazione del Sità, il quale, a cagione dell’arresto, era stato altresì sospeso dal servizio.
Soddisfazione è stata espressa dai difensori dell’indagato, i quali hanno visto premiato il loro impegno defensionale, rivelatosi efficace, risolutivo e riabilitante per il loro assistito.