Ventidue anni di reclusione per Antonio Pontoriero, accusato di avere ucciso a colpi di fucile il sindacalista e bracciante di origine del Mali Soumayla Sacko, il 2 giugno 2018. La Corte d’Assise di Catanzaro, presieduta da Alessandro Bravin, ha infatti condannato l’uomo per aver sparato contro il giovane che, con due amici, si era recato nella fabbrica dismessa di località “Tranquilla”, a San Calogero. In quell’occasione Pontoriero ha cominciato a sparare contro il 29enne con un fucile calibro 12.

Colpito alla testa, l’uomo è stato ritrovato alle 19.30 dai carabinieri che respirava affannosamente e “muoveva le braccia come per richiamare aiuto, lamentandosi per il dolore” mentre la ferita sulla sua testa perdeva sangue. L’agonia del 29enne è durata per ore, ed è poi morto all’ospedale di Reggio Calabria.

Le accuse contestate all’uomo sono: omicidio volontario, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e munizioni. Dopo l’omicidio, Sacko è stato trasportato nel suo villaggio del Mali per essere sepolto. I suoi fratelli si sono costituiti parte civile.

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