Proseguono le indagini ed emergono i primi particolari sull’omicidio avvenuto ieri sera a Riace. Il boscaiolo Giovanni Mammone, di 43 anni sposato e padre di due figli, è stato ucciso da 5 colpi di pistola, due mortali che lo hanno colpito uno alla trachea ed uno al basso ventre. L’agguato è avvenuto alle ore 19.30 in contrada Prescopio di Riace Marina nella zona Villette dove l’uomo viveva assieme alla sua famiglia. Mammone a piedi stava facendo rientro a casa quando il killer l’avrebbe atteso per strada per esplodendogli contro i 5 colpi mortali. Nuovi retroscena potrebbero spuntare, ad indagare sul caso il Nucleo Operativo dei Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, guidata dal Cap. Antonio De Mauro, che non escludono alcuna pista. Qualche dubbio gli inquirenti lo nutrono anche sulle modalità ed il luogo dell’attentato e la successiva morte dell’uomo. Ma l’occhio vigile degli investigatori avrebbe escluso la pista legata agli omicidi di Ndrangheta puntando sulla vita privata dell’uomo, ed in particolare su suo lavoro di boscaiolo. Mammone era solito acquistare legna, tagliarla e rivenderla. E’ probabile che l’omicidio nasca da qualche contrasto o interesse nel settore dei boscaioli. Non sarebbe certamente il primo ucciso per interessi nel settore della compravendita di legna. L’ultimo risale a qualche mese fa quando fu ucciso un boscaiolo di Bivongi. L’uomo era incensurato, chiuso di carattere, e non frequentava molto la comunità riacese, non si era inserito bene nel contesto paesano dopo il suo trasferimento dalla frazione Titi del comune di Placanica. Non era inserito, per come chiarisce l’amministrazione comunale di Riace, in alcun progetto di accoglienza, anche se era stato visto parecchie volte in compagnia in auto con immigrati, probabilmente persone che collaboravano giornalmente con lui nel lavoro di boscaiolo.
Giuseppe Mazzaferro