È finito in carcere, nella casa circondariale di Paola, con l’accusa di omicidio, il nipote 40enne di U.L. meccanico di 74 anni trovato morto ieri sera nella sua officina di Verbicaro, piccolo centro del tirreno cosentino.
Le indagini lampo, condotte dai Carabinieri del Norm della Compagnia di Scalea e della Stazione locale, e coordinate dalla Procura di Paola, hanno consentito in tempi brevissimi di arrivare al familiare della vittima, già ieri fermato e poi arrestato in flagranza.
Si tratta, come dicevamo, del nipote di Lofrano, anch’egli un meccanico, che secondo gli inquirenti avrebbe colpito lo zio in seguito ad una lite scaturita per futili motivi, si presume riconducibili a dissidi sorti nell’ambito del lavoro.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la tragica vicenda ha avuto inizio intorno alle sei di ieri pomeriggio, mercoledì 20 novembre, quando una telefonata al 112 ha segnalato la presenza di un corpo esanime all’interno di un’officina meccanica di Verbicaro.
I Carabinieri, giunti sul posto, hanno identificato subito la vittima, che era appunto il titolare dell’officina, e da un primo esame esterno hanno appurato presentasse diverse ferite alla testa, evidentemente causate da un corpo contundente.
Proprio a pochi metri di distanza dal cadavere è stata ritrovata la presunta arma del delitto, un tubo in metallo con visibili tracce di sangue, e sequestrato per i successivi accertamenti.
Il sopralluogo è stato effettuato dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza che hanno congelato la scena del crimine repertando diverse tracce utili alle indagini.
Le immediate attività investigative, consistite per lo più nel sentire a sommarie informazioni persone informate sui fatti, fanno ritenere agli inquirenti di aver raccolto significativi elementi a carico dell’indagato che ha fornito dichiarazioni considerate compatibili con l’impianto accusatorio raccolto sino ad ora. Intanto, sulla salma è stata disposta l’autopsia.
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