La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Ivan Rudic, autotrasportare serbo di 36 anni, e due anni di reclusione per Mihai Apopei, operaio romeno 51enne, arrestati nel 2019 per l’uccisione di Consolato Ingenuo, 42enne di San Nicola da Crissa ma residente ad Amore, frazione di Vergato 

Secondo gli inquirenti dietro la tragedia ci sarebbe stata una lite per futili motivi poi degenerata a causa dell’abuso di alcol 

Da quanto riferito da diversi testimoni e da quanto confermato anche dalle telecamere dei bar della zona, i due avevano trascorso la serata in compagnia della vittima e tutti e tre, dopo aver bevuto qualche bicchiere in più, avrebbero poi litigato.

Sempre in base alla tesi dell’accusa il gruppo si sarebbe allontanato a bordo dell’auto di Radic e dopo aver portato la vittima lontano da occhi indiscreti, sempre Radic avrebbe picchiato Ingenuo fino a provocarne la morte, per poi caricarne in macchina il cadavere e abbandonarlo in una zona isolata.

Apopei, per gli inquirenti, avrebbe invece aiutato Rudic a sbarazzarsi del corpo, buttandolo in un burrone per simulare un incidente.

Il corpo è stato trovato il 30 luglio del 2019 in un dirupo tra Cereglio e Tolè, poco distante dalla macchina di Rudic che era stata abbandonata sul posto.

Al suo interno gli agenti arrivati sul posto dopo il ritrovamento di Ingenuo hanno trovato tracce di sangue umano. Tracce che, una volta rintracciato il proprietario della vettura, sono state scoperte anche su dei vestiti nascosti nella sua abitazione.

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