E’ accusato di aver ucciso la moglie, Mary Cirillo, dentro la sua abitazione il 18 agosto 2014. Adesso un pool di esperti stabilirà se il presunto uxoricida Giuseppe Pilato, in carcere dai giorni seguenti all’assassinio, al momento dell’omicidio era capace di intendere e di volere. Lo ha deciso la Corte. Il processo, che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Locri, ieri ha visto la presenza in aula quale consulente della difesa il noto criminologo Francesco Bruno. L’esperto perito ha risposto alle domande del Presidente Fulvio Accurso ed ha confermato che Pilato presenterebbe una evidente infermità mentale. Una tesi che i giudici vogliono approfondire ed è per questo motivo che hanno ammesso una perizia tecnica. Il perito sarà nominato durante la prossima udienza, fissata per il 17 di maggio. Tuttavia, stando a quanto sostenuto in aula dal criminologo Bruno, Pilato avrebbe sofferto di una grave forma di depressione scaturita da vicissitudini familiari  e aggravatasi a seguito dell’arrivo della lettera di separazione della moglie, la patologia di cui soffrirebbe l’uxoricida sarebbe nello specifico il cosiddetto “delirio di Cotard”. Il 32enne, lo ricordiamo, era già in cura da uno specialista in psichiatria, lo stesso è stato ascoltato nel corso dell’udienza di ieri. Il medico durante la sua testimonianza, inoltre, ha riferito di aver ricevuto sul proprio cellulare dei messaggi da parte della vittima. Decisamente opposte le conclusioni a cui sono arrivati i consulenti di parte civile. Secondo il professor Giovanni Francesco Tiberiis “appare improbabile che al momento in cui è stato commesso il fatto il soggetto fosse affetto da una patologia mentale capace di rendere la persona incapace di intendere e volere”.

ALESSANDRA BEVILACQUA

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