Sono racchiuse in 272 pagine le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, depositata nei giorni scorsi, con cui è stata confermata la condanna all’ergastolo per Susanna Brescia e Giuseppe Menniti e la pena di 23 anni di reclusione per Francesco Sfara. I tre imputati sono stati riconosciuti colpevoli, a vario titolo, dell’omicidio di Vincenzo Cordì, avvenuto l’11 novembre 2019 in località Scialata di San Giovanni di Gerace.

La sentenza di secondo grado accoglie le richieste della Procura generale di Reggio Calabria e dell’avvocato Rocco Guttà, difensore delle parti civili, che ha supportato la sua tesi con la consulenza tecnica del dottor Antonio Miriello. Dall’altro lato, i difensori degli imputati – gli avvocati Cristian e Cristiano Gerolamo Curtì e Antonio Ricupero – avevano chiesto l’accoglimento dei motivi d’appello per i loro assistiti.

Le motivazioni della sentenza

Secondo la Corte – presieduta dalla giudice Giuliana Campagna con il consigliere Francesco Bugget – gli elementi probatori raccolti sono chiari e inequivocabili. Brescia, secondo i giudici, aveva un forte movente e una volontà determinata nel portare a termine il delitto. Allo stesso modo, anche Menniti, legato sentimentalmente alla donna, avrebbe avuto un interesse diretto nell’eliminazione di Cordì. Infine, Sfara, figlio della donna, nutriva un rapporto conflittuale con la vittima, come emerso dalle dichiarazioni in dibattimento.

Uno degli aspetti centrali della ricostruzione giudiziaria è stata l’analisi dei movimenti degli imputati la sera dell’omicidio, elemento che ha contribuito in modo significativo a confermare le responsabilità dei condannati.

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