OMELIA FESTA MADONNA DEL CARMELO COMPATRONA DI MARINA DI GIOIOSA JONICA (RC) 16 LUGLIO 2020
Come ogni anno ci riuniamo attorno a questo altare, per testimoniare la nostra devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo nostra celeste Compatrona ed avere da Lei luce e conforto per la nostra vita. La devozione alla Madonna del Carmine è antichissima, forse la più antica fra tutte.
Il Carmelo, alto promontorio che si erge lungo la costa orientale del Mar Mediterraneo, proprio all’altezza della Galilea, ha sulle sue pendici numerose grotte naturali, predilette dagli eremiti. Il più celebre di questi uomini di Dio fu il grande profeta Elia, che nel IX secolo avanti Cristo difese strenuamente dalla contaminazione dei culti idolatrici la purezza della fede nel Dio unico e vero.
Il profeta Elia sul Monte Carmelo combatté le false divinità cananee e difese la concezione del vero Dio. In altri termini, difese il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio Padre provvidente e misericordioso, contro le pratiche pagane di superstizione religiosa ed il culto del dio Baal. Un pericolo di sempre, quello di crearsi delle divinità “fai da te”, delle divinità a proprio uso e consumo, a propria immagine e somiglianza. E, quindi, un’esigenza di sempre, quella di purificare la concezione di Dio, di purificare l’esercizio della propria fede. Infatti, bisogna sempre chiedersi: in che Dio crediamo? Che immagine di Dio abbiamo? Crediamo nel Dio Padre di Gesù? Perché crediamo?
La prima lettura di oggi ci parla di questa piccola nube. Israele stava vivendo un periodo di dura siccità che aveva messo in ginocchio la popolazione che invocava strenuamente Dio per il dono della pioggia. Elia invita il suo discepolo ad andare a vedere al di là del mare e alla settima volta una nube “piccola come la mano di un uomo si levò dal mare”. In quella benefica nuvoletta i Padri della Chiesa videro misticamente adombrata la Madre di Dio, Colei che ci offre Gesù, apportatore di salvezza.
Riferisce il Libro delle istituzioni dei primi monaci: “In ricordo della visione che mostrò al profeta la venuta di questa Vergine sotto la figura di una piccola nube che saliva dalla terra verso il Carmelo (cfr. 1Re 18,20-45), i suddetti monaci, nell’anno novantatrè dell’Incarnazione del Figlio di Dio, distrussero la loro antica casa e costruirono in onore di questa prima Vergine votata a Dio una cappella sul monte Carmelo, vicino alla fontana di Elia”.Proprio ispirandosi alla figura di Elia, è sorto l’Ordine contemplativo dei “Carmelitani”, famiglia religiosa che annovera tra i suoi membri grandi santi come Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Teresa di Gesù Bambino e Teresa Benedetta della Croce (al secolo, Edith Stein). I Carmelitani hanno diffuso nel popolo cristiano la devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo, additandola come modello di preghiera, di contemplazione e di dedizione a Dio.
Maria, infatti, per prima e in modo insuperabile, ha creduto e sperimentato che Gesù, Verbo incarnato, è il culmine, la vetta dell’incontro dell’uomo con Dio. Accogliendone pienamente la Parola, è “giunta felicemente alla santa montagna” (cfr Orazione colletta), e vive per sempre, in anima e corpo, con il Signore. Alla Regina del Monte Carmelo desidero quest’oggi affidare tutte le comunità di vita contemplativa sparse nel mondo, in modo speciale quelle dell’Ordine Carmelitano. Maria aiuti ogni cristiano a incontrare Dio nel silenzio della preghiera.
Secondo la tradizione, il 16 luglio del 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo «scapolare» col «privilegio sabatino», ossia la promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.
Dunque, il motivo per cui ci rivolgiamo alla Madonna è la speranza di ottenere la grazia della salvezza. Questa però non è una specie di talismano o di salvacondotto che ci libera dalle fatiche della vita, dalle prove, dalle tentazioni del male. E’ invece il coraggio e la forza per camminare nella luce della fede tutti i giorni della nostra vita. L’inferno dal quale chiediamo di essere salvati è l’odio, la divisione, l’invidia, l’indifferenza, tutti sentimenti che avvelenano i nostri rapporti e non ci permettono di vivere e camminare in serenità. Ci liberiamo dall’inferno se lavoriamo per creare maggiore unità, maggiore attenzione ai bisogni dei poveri, maggiore impegno per testimoniare il messaggio del vangelo e delle beatitudini.
Cari fratelli e sorelle, Riscopriamo la gioia nel dare più che nel ricevere; impariamo a dire grazie al Signore per il dono della vita, della salute, della famiglia, della fede; siamo grati verso le persone che ci fanno del bene e magnanimi verso le persone che ci fanno del male; proviamo a tenerci per mano per sognare insieme e camminare insieme. Non saremo mai soli. La Vergine del Carmelo sarà con noi. Amen.
Don Enzo Ruggiero