Una vera e propria centrale della droga è stata scoperta dagli agenti del Commissariato di Corigliano-Rossano, impegnati in una serie di controlli e monitoraggi mirati.
Sul finire di giugno infatti il personale della Squadra Mobile ha individuato un capannone in territorio ricadente nel comune di Santa Sofia d’Epiro, adibito alla coltivazione ed allo stoccaggio di marijuana.
Per diversi giorni il magazzino è stato tenuto sotto stretta osservazione. Nella mattinata di ieri, alle prime luci dell’alba, gli agenti hanno notato due automezzi – un’auto ed un furgone – con a bordo tre persone entrare nel capannone, per poi uscirne dopo circa mezz’ora.
Circostanza che ha fatto scattare un pedinamento che si è protratto per circa 40 chilometri e che ha portato al fermo dell’uomo alla guida.
Nel contempo, le altre due persone rimaste nella struttura – due donne di nazionalità cinese – sono state fermate poco prima che potessero mettersi alla guida delle loro auto.
Un primo controllo ha permesso poi di scoprire un quarto soggetto, ancora all’interno del capannone, anche lui arrestato in quanto avrebbe tentato di nascondersi alla vista degli agenti.
Proprio nel magazzino sono state scoperte delle serre adibite alla coltivazione di marijuana, allestite con tubi e pompe di aspirazione, grandi quantitativi di fertilizzante e materiale elettrico di varia natura. Ogni serra era dotata di termometri e lampade alogene.
Scoperto, inoltre, un macchinario impiegato nella triturazione dell’erba, che una volta tagliata era pronta per l’impacchettamento e la vendita. Emerso anche un sofisticato sistema di filtraggio dell’aria tramite filtri a carbone, che rendeva impossibile percepire l’odore caratteristico della canapa.
Complessivamente, al termine della perquisizione sono stati sequestrati ben 241 chili di marijuana suddivisa in decine di sacchi di plastica, assieme a tutti gli automezzi nelle disponibilità dei fermati, tratti in arresto in flagranza di reato e trasferiti nel carcere di Castrovillari.
Secondo gli agenti è stato così smantellato un giro d’affari illecito dal valore milionario, considerato che il capannone era nelle disponibilità degli indagati da circa un anno.
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