L’esperienza di accoglienza in atto a Riace rappresenta un punto di riferimento che si propone a livello internazionale come modello, perché in essa c’è tutta l’umanità che Mimmo Lucano ha saputo infondere e che indica la possibilità di dare una risposta concreta ad un fenomeno che riguarda milioni di uomini e donne che da una parte del mondo si spostano verso nuove frontiere nel pieno rispetto della dignità umana”.
E’ quanto ha affermato il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, intervenendo questa mattina all’Assemblea coordinata da Silvia Testa, del coordinamento della Rete dei Comuni solidali (Re.Co.Sol.),
svoltasi presso la Mediateca comunale di Riace sul tema: “Riace oggi, Riace domani fra difficoltà e risultati”.
“Questa esperienza, però – ha aggiunto Oliverio – è sordamente contrastata dagli stessi soggetti che alimentano la cultura della paura, dei muri e dei fili spinati, una cultura xenofoba e ostile, priva di qualsiasi rispetto verso la dignità delle persone. Noi dobbiamo impedire tutto questo per quello che rappresenta questo piccolo centro della Calabria. Riace è un’idea alternativa di accoglienza che dà fastidio e che si vuole demolire a tutti i costi. Un anno fa quì è stata girata una fiction che è stata bloccata con un’operazione veramente vergognosa da parte del servizio pubblico televisivo per evitare di proiettare un’idea, una pratica diversa di accoglienza, mentre tutti i giorni siamo costretti ad assistere alla rappresentazione della immigrazione come fattore di criminalità, delinquenza e disordine. Di fronte a questo tentativo che si muove e si esplicita anche attraverso atteggiamenti burocratici assolutamente incomprensibili, non possiamo tacere o far finta di non vedere. Lo dico come presidente della Regione e me ne assumo tutte le responsabilità. Non si può legare l’erogazione delle risorse a Riace ad una vicenda giudiziaria che, certamente, dovrà fare il suo corso e che, se sarà rapido come mi auguro, dimostrerà che a Riace non solo che le risorse sono state utilizzate in funzione del Bene Comune, ma a ciò è stato aggiunto anche un supplemento di solidarietà perché quelle risorse fossero fruite da chi ne aveva più bisogno. Mimmo Lucano ha solo la colpa di essersi inventato uno strumento che suppliva alla burocrazia e alle lentezze delle pastoie burocratiche in conseguenza delle quali nel nostro Paese ogni volta che si fa una domanda o si espleta una gara d’appalto, si programma un investimento o si deve intervenire per lo Sprar, da quel momento passano anni per l’erogazione delle risorse. Nella palude della burocrazia si arena ogni cosa. E Mimmo Lucano, siccome dall’altra parte non c’era un ponte da costruire o un edificio pubblico da realizzare, ma delle persone in carne ed ossa con i loro bisogni, si è inventato uno strumento che è la moneta locale per cui all’immigrato, cui spettano 35 euro al giorno, ha dato un bonus che ha alimentato anche il piccolo
commercio locale, con cui pagare i creditori fino a quando le risorse dello Sprar non fossero uscite dal pantano burocratico. Questo è un reato o è, invece, un supplemento di responsabilità per contribuire al bene collettivo? La magistratura ci dirà e spero che lo faccia al più presto, ma questo non può essere un motivo per ritardare l’erogazione delle risorse di oltre un anno al comune di Riace. Noi abbiamo il dovere e il bisogno di valorizzare e far crescere le realtà intrise di una visione che pone al centro l’uomo con i suoi bisogni e la sua dignità. Ecco perché ripeto che Riace deve essere difesa in tutto e per tutto”.
Lunedì – ha annunciato Oliverio – approveremo in Giunta regionale una delibera per finanziare un progetto a sostegno di questa realtà. Verremo a presentarlo prima della fine di giugno perché questa esperienza intendiamo difenderla e sostenere con le unghie e con i denti. Sosteniamo un progetto che non è localistico e lo facciamo in un momento in cui si addensano nuvole dense sul nostro Paese in cui è in via di formazione un nuovo governo. Mi auguro che esso non assuma, per quanto riguarda problematiche così delicate come quelle migratorie, le impostazioni annunciate da alcune componenti della stessa compagine governativa, perché ciò rappresenterebbe davvero un disastro per tutto il Paese. La Calabria è una regione di frontiera, una regione di primo approdo per quanti scappano dai loro paesi spinti dalla fame e dalla guerra. Non
possiamo chiudere gli occhi e girare la testa. I comuni calabresi che praticano lo Sprar sono circa il 60%.
Continueremo a lavorare perché la nostra cultura, che è la cultura dell’accoglienza, possa esprimersi anche nei governi locali”.
Io sono venuto qui, stamattina – ha concluso Oliverio – per riconfermare questa impostazione e questo sostegno a Riace e per chiedere a Mimmo Lucano, pur comprendendo tutta la sua amarezza, di non mollare e di lottare con ancora maggiore determinazione perché credo che, alla fine, giustizia e verità prevarranno e nessuno potrà sopprimere l’idea di un mondo più giusto e più umano. L’esperienza di Riace deve continuare a vivere. Io la sosterrò fino in fondo e faremo di tutto per rilanciare il dibattito su questa esperienza a livello nazionale ed internazionale”.
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