Nato a Palermo il 19 gennario 1940, Paolo Borsellino è una figura capace di trasmettere valori positivi alle generazioni future. Si laurea in Giursprudenza a soli 22 anni e con il massimo dei voti e un anno dopo vince il concorso in Magistratura, diventando così il magistrato più giovane d’Itaia.

Paolo Borsellino ha fatto, della lotta alla Mafia, insieme a Giovanni Falcone, la sua ragione di vita.
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato con la moglie Agnese ed i figli Lucia e Manfredi, si reca, insieme alla sua scorta, in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre, con circa 100 kg di tritolo a bordo, esplode al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), il capo-scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta e risvegliatosi in ospedale dopo l’esplosione, in gravi condizioni. Paolo Borsellino sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra, tant’è che ad un incontro organizzato pochi giorni prima di morire dalla rivista MicroMega e in un’intervista a Lamberto Sposini aveva detto: “Devo fare in fretta, perché adesso tocca a me”. La tragedia della sua morte, insieme a quella dell’amico e collega Giovanni Falcole non deve essere dimentica, per il semplice fatto che deve essere raggiunto l’obiettivo di una vita: sconfiggere la Mafia.
Melissa Laface Reggiotv.it