Oggi, 14 febbraio è San Valentino, già; ma perché in questa data in gran parte del mondo (e soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Estremo Oriente) si celebra la festa degli innamorati? L’originale festività religiosa prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni, morto il 14 febbraio del 269, e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei lupercalia, celebrata in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi. E alla diffusione della festività cristiana, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono poi i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo.

I riti dei lupercalia si celebravano dal 13 al 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati che erano apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore dei cristiani. Papa Gelasio I decise allora di porvi fine, presumibilmente appunto anche con lo scopo di cristianizzare la festività romana.

Sebbene la figura di San Valentino sia nota anche per il messaggio di amore portato da questo santo, l’associazione specifica con l’amore romantico e gli innamorati è quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine è controversa. E’ conosciuta, in ogni caso, la leggenda secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro necessaria come dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di sostanze e di altro sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono – frutto di amore e finalizzato all’amore – avrebbe dunque creato la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

Una delle tesi più note è che l’interpretazione di San Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel “Parlamento degli Uccelli” associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. Tuttavia, studiosi come Henry Kelly e altri hanno messo in dubbio questa interpretazione, ma pur rimanendo incerta l’evoluzione storica della ricorrenza, ci sono alcuni riferimenti che fanno ritenere che la giornata di San Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del II millennio.

Andando infine ai giorni nostri, soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino è lo scambio di “valentine”, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, eccetera). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza.

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