R. e P.

Un decreto che andrà in vigore il 21 marzo 2022, atto a contrastare il caro carburante che ha colpito in maniera importante e dannosa, imprese, consumatori ,autotrasportatori e artigianato. Rialzi che hanno messo in ginocchio, in un’entrata a gamba tesa, il mondo degli autotrasportatori che hanno toccato con mano l’impossibilità di garantire la continuità della loro attività professionale. In quest’altra emergenza, sorgono diverse questioni poco chiare, dove doverosamente occorre rischiarirci le idee, questioni che non ci hanno sorpreso sull’arrivo dei rincari fonti energetiche, ma lo hanno fatto su alcune anomalie verificatesi, quelle che hanno toccato la diversità dei prezzi applicati da parte delle compagnie, indipendentemente dalle quotazioni del greggio e dagli specifici approvvigionamenti di ognuno di esse.

Entrando in merito e nel specifico nella nostra regione, abbiamo constatato un’incremento inspiegabile del metano che antecedentemente alla crisi energetica oscillava dallo 0,90 a 1.25 euro al kg, mentre oggi notiamo , non solo la differente apertura della forbice, ma se proprio dobbiamo dirla tutta, notiamo la sostituzione della stessa, vista l’entità dell’incremento del prezzo che tocca nella nostra regione, quello che parte da un minimo di 1.36 e si erge come una montagna ad un massimo di 4 euro al kg.

PERCHE’?

Non esiste un organo di controllo dei prezzi in favore dei consumatori?

Qualcosa non quadra, constatiamo altre anomalie, dirette nel vedere il costo del “grezzo “gasolio, clamorosamente più alto di quello della “raffinata “ benzina  stessa che costa di più nella sua lavorazione e raffinazione. Stranezze , anomalie, confusione che portano il ministro alla transazione ecologica Cingolani , ad affermare in maniera grave, che sui prezzi ci potrebbero essere truffe o speculazioni ed assistiamo all’apertura di un fascicolo della procura di Roma diretto a far chiarezza fare ed eventualmente a depurare l’inquinamento truffatore.

Nel frattempo a palazzo Chigi si compone una commissione emergenziale, presieduta dal Primo Ministro Mario Draghi che concepisce e partorisce in Consiglio dei Ministri , UN TOPOLINO DALLA MONTAGNA INSUPERABILE , rappresentata dal caro carburante. Una domanda sorge spontanea, che cosa ci sarà di nuovo? Nulla di fatto, è una medicina palliativa e un giochino di prestigio per prendere tempo, perché dopo aver assistito a un rialzo importante e significativo dei carburanti e dopo che gli stessi abbiano introitato il “ dividendo” prodotto dall’IVA e dalle accise , mai introitato in nessun governo precedente, si è voluto con questo decreto cercare di dare lo zuccherino ai consumatori, agli imprenditori ed ai “cavalli vapore” scalpitanti dei mezzi degli autotrasportatori , con un indegno e insufficiente zuccherino , rappresentato dal ribasso di 0.25 centesimi di euro a litro, quest’ultimo che in odore di cambiamenti e’ risalito , in attesa della riduzione di un quarto di euro che durerà fino a fine aprile. Una considerazione, occorre farla , raccontando e analizzando da consumatori questa emergenza, ma per unirci e protestare civilmente tutti, occorre aspettare la nazionale di Roberto Mancini, per scendere in piazza, visto che quando ci sono gli azzurri siamo tutti pronti ad invadere piazze e strade , per esternare felicità e non siamo capaci di scendere altrettanto , per esternare dissenso e malessere nocivo alla nostra comunità? Lungi dalla considerazione , fomentare o aizzare alcun cittadino, ma in modo trasparente, non possiamo assistere a questi vergognosi rialzi insostenibili , senza che nessuno degli organi preposti possano intervenire per fare chiarezza tutelando cosi i consumatori, considerando anche la “Dragata” del Presidente che dopo aver assistito inerme al rialzo massimo degli stessi, interviene con un decreto che regalerà uno zuccherino che di sicuro lascerà l’amaro in bocca , visto che i prodotti energetici hanno subito un rialzo importante che lo zuccherino governativo non sarà sufficiente ,per addolcire il palato del consumatore che di sicuro si ritroverà carburanti sotto la cima dei 2 euro al litro, ma almeno 50/ 60 centesimi superiore al tetto delle tabelle degli autotrasportatori che inevitabilmente alzeranno i loro prezzi , portando alla grande distribuzione maggiorazioni ,che alla fine pagheremo noi consumatori al dettaglio e non solo.

Dopo la foratura dell’efficacia di questo decreto verso il mondo dei autotrasportatori assisteremo alla spalmatura della “marmellata “preziosa del rincaro delle bollette che questo decreto consentirà al contribuente di poterle pagare a rate, metodo che dovrebbe addolcire il pagamento degli importi , precedentemente salati e non poco dai rincari che anche se spalmati non saranno ridotti. Confidando , in maggiori misure efficaci ed aspettando il fatidico 21 marzo 2022, non ci resta che auspicare visto questa criticità che di certo non durerà poco, l’inizio di un nuovo percorso da parte del governo che rappresenta tutti o per lo meno dovrebbe farlo , senza differenziare nessuno, con un piccolo passo importante sulla pianificazione e programmazione seria di nuove fonti energetiche per cercare una maggiore indipendenza o per lo meno per ridurre la dipendenza spudorata da altri stati che ci tengono in mano , come la briglia di quei cavalli indomabili d’acciaio che il caro carburante tiene fermi nei loro box, al pari dei loro autisti padre di famiglia che ieri 18 marzo , non so fino a quanto hanno festeggiato la loro festa assieme ai loro figli.

Gianpiero Taverniti