Un sequestro, del valore complessivo stimato in circa un milione di euro, è stato eseguito stamani dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria a carico di una società di Campo Calabro e dei suoi soci e amministratori a cui gli inquirenti contestano reati tributari, fallimentari e di autoriciclaggio.
Le Fiamme Gialle di Villa San Giovanni anno indagato sul fallimento – dichiarato con sentenza del Tribunale nel 2019 – di un’azienda che commercia all’ingrosso frutta e ortaggi.
Dai controlli eseguiti sono emerse una serie di anomalie che si ritiene messe in atto proprio dai soci/amministratori, oggi indagati, prima della dichiarazione di fallimento.
Nello specifico i finanzieri hanno rilevato l’assenza di scritture contabili dell’azienda per gli ultimi 14 anni, il che non consentirebbe la ricostruzione della situazione economico–finanziaria della stessa, dato che l’ultimo bilancio presentato era riferito all’anno di imposta 2010.
Appurata poi la costituzione di una seconda società “in continuità aziendale con la fallita”, considerata la stessa compagine sociale e lo stesso organo ammnistrativo, la sede legale ed operativa nello stesso luogo, l’identico settore operativo e gli stessi fornitori, il tutto in concomitanza con la conclusione di una verifica fiscale avviata dalla Guardia di Finanza nei confronti della fallita, che aveva accertato in capo a quest’ultima l’omesso versamento delle imposte sui redditi, dell’Iva e dell’Irap.
Infine, gli investigatori hanno scoperto più bonifici eseguiti dalla fallita in favore della neo costituita società, per il pagamento di forniture di merce che per i militari non sarebbero però mai state effettuate.
Al termine delle investigazioni i finanzieri ritengono quindi che la nuova società sia stata costituita solo per permettere alla stessa di incamerare il patrimonio attivo di quella decotta, attraverso operazioni di fornitura di merci fittizie e cartolari, così da sottrarlo a eventuali azioni esecutive da parte dell’Erario, dati i rilevanti debiti tributari gravanti sulla fallita, e degli ulteriori creditori: condotta quest’ultima che integra l’ipotesi di bancarotta fraudolenta.
Si sospetta inoltre che queste operazioni abbiano permesso alla newco di reimpiegare i capitali sottratti alle pretese dei creditori nell’attività svolta nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli.
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