R. e P.
“Ho sempre avuto fiducia nella Magistratura Giudicante. La sentenza emessa il 6 dicembre 2024 dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, che ha rigettato l’appello della Procura distrettuale antimafia, afferma che non è nemmeno ipotizzabile la fattispecie del reato che mi è stato contestato.
Il mio silenzio in questi mesi difficili non è stato un segno di debolezza, né tanto meno di implicita ammissione di responsabilità, come qualcuno malevolmente ha potuto pensare, ma frutto di una scelta sofferta di chi sa che, pur avendo ragione, in quel momento tutto è contro di lui, per come buona parte della stampa ha dimostrato. Sapevo dentro di me che la Giustizia avrebbe fatto il suo corso. Indagato per scambio politico-mafioso, il mio nome è stato messo in correlazione con fatti da me mai commessi. Oggi, il prezzo da pagare per chi è innocente consiste in una anticipata condanna attraverso la gogna mediatica quotidiana. Una gogna che ha fatto male a me e ai miei cari.
In alcuni articoli sono state riportate anche episodi del tutto estranei alla vicenda processuale che mi riguarda, diffusi al sol fine di distruggere la mia immagine personale e politica. Ancora oggi, non trovo alcuna giustificazione per tanto male. Adesso, posso finalmente riprendere la mia vita e tornare al mio impegno politico al servizio della gente con maggiore serenità, avendo il TDL, in generale, escluso ogni rapporto tra me e le consorterie ‘ndranghetistiche di qualunque natura e, in particolare, ogni accordo politico/elettorale con le medesime. La pronuncia del Collegio del Tribunale della Libertà attesta che “non è stata superata la soglia di gravità indiziaria in relazione ai capi di imputazione”.
Giuseppe Neri
Consigliere regionale (FdI)