Sarebbe un elemento vicino alle cosche dei Tegano e dei Condello di Reggio Calabria il trentenne arrestato questa mattina dalle fiamme gialle di Padova, dove è scattata l’operazione Ermes.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ha dato seguito a quanto richiesto dal Tribunale locale, a seguito di un’indagine nata nel 2019 e che avrebbe permesso di sventare un tentativo di infiltrazione in Veneto della ‘ndrangheta.
Secondo quanto evidenziato nelle indagini, il trentenne sarebbe responsabile di diverse minacce e intimidazioni, ed avrebbe in più occasioni fatto allusioni a contesti criminali ai quali apparterrebbe per ragioni familiari.
In particolare, tra l’ottobre ed il novembre del 2019, si sarebbe recato a casa della ex compagna dove, dopo una discussione, le avrebbe puntato contro una pistola.
La vittima, in quell’occasione, sporse denuncia e permise di ricostruire un contesto ben più ampio. L’uomo infatti avrebbe preteso di impossessarsi dell’abitazione della malcapitata per di potersi stabilire li ed ospitare altre persone provenienti dalla Calabria, ma anche per custodire armi clandestine.
Il fatto di non aver ceduto a questa richiesta avrebbe così comportato ulteriori danni alla vittima, che oltre alla violenza fisica si è vista anche incendiare l’autovettura.
Successive indagini hanno permesso il ritrovamento dell’arma in questione, mentre sei persone – tutte di origine calabrese – sono state indagate dalla Procura.
L’accusa è di violenza privata, lesioni personali, atti persecutori, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e di munizioni, estorsione, ricettazione, rapina, furto in abitazione e danneggiamenti; il tutto aggravato dal metodo mafioso.
Sempre questa mattina, oltre all’arresto del trentenne, sono state svolte diverse perquisizioni tra Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza.
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