Piu’ bonifici e operazioni bancarie che conflitti a fuoco. “Con i proventi del traffico di droga e di altri reati oggi la ‘Ndrangheta sta acquistando quante piu’ attivita’ imprenditoriali puo’ da Roma in su, in tutti i Paesi d’Europa, in Australia e a New York: alberghi, ristoranti, pizzerie“. Cosi’ il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che vive sotto scorta dal 1989, nel numero da domani in edicola di Famiglia Cristiana. “La ‘Ndrangheta non spara piu’, ma compra tutto“, assicura il magistrato, che spiega come mai nel Paese si sia abbassata la guardia: “Il modo d’agire della ‘Ndrangheta non prevede sparatorie, auto bruciate o omicidi. Non crea allarme sociale. L’opinione pubblica, al Nord ma non solo, e’ convinta anche oggi che nel proprio quartiere non ci sia la mafia. Adesso, invece, anche le mafie sudamericane stanno comprando al Nord. I cartelli, soprattutto quelli colombiani, che portano la cocaina in Europa, solo per il 9 per cento dell’importo vogliono essere pagati in Europa, investendo qui i loro proventi“.”La ‘Ndrangheta – sottolinea Gratteri – ha fatto un grande salto di qualita’ negli anni Settanta con la fondazione della ‘Santa’, un ulteriore grado gerarchico dell’organizzazione che ha consentito la doppia affiliazione alla ‘Ndrangheta e alla massoneria deviata. Questo ha comportato contatti sempre piu’ stretti tra i mafiosi e i quadri della classe dirigente e delle istituzioni. Al netto dei buoni risultati investigativi, la situazione e’ sfuggita di mano un po’ a tutti: alle forze dell’ordine, alla magistratura, agli educatori, anche alla chiesa. E’ un segnale culturale inquietante“.
Nel 2013 con Antonio Nicaso ho scritto Acqua santissima sui rapporti tra clan e gerarchie. È l’unico libro che mi ha dato problemi con alcuni vescovi che hanno reagito in maniera scomposta. Ho toccato un nervo scoperto“. Lo afferma Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, in una intervista a Famiglia cristiana. “Oggi la Chiesa in Calabria è migliorata tantissimo“, afferma il magistrato anti-‘ndrangheta. “Stanno arrivando – prosegue Gratteri – vescovi nuovi come quello di Locri, monsignor Francesco Oliva, che ha tracciato una linea nuova nella gestione della diocesi. Un capoclan gli aveva mandato diecimila euro per i lavori di ristrutturazione della chiesa e lui li ha rimandati al mittente. È un messaggio di rottura importantissimo: ‘Noi con voi non abbiamo nulla a che fare’. Poi ha spostato più di dieci preti che erano da anni nella stessa parrocchia. Sembra poco ma lui ha avuto la forza e il coraggio di farlo. Di recente, durante un incontro sulla legalità, ho conosciuto il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, appena insediato. È stato molto diretto, concreto, senza quel linguaggio fumoso e volutamente ambiguo. C’è una nuova generazione di vescovi che fanno ben sperare per il futuro“.
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