Una struttura unitaria, governata da un organismo detto “Provincia”, suddivisa in in due “mandamenti” (quello ionico e quello tirrenico”), in grado di esprimere dei “tribunali” interni, capaci di ricomporre i dissidi fra i diversi clan. L’indagine “Mandamento”, che ha portato oggi all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere, confermerebbe quanto gia’ emerso da altre inchieste della Dda reggina. Dall’operazione di stamane emerge un quadro omogeneo di vicende solo apparentemente isolate, ma da contestualizzare all’interno di uno scenario nel quale la ‘Ndrangheta si afferma ulteriormente come struttura unitaria, segreta, articolata su piu’ livelli e provvista di organismi di vertice. Le cosche della provincia di Reggio Calabria, in particolare quelle della Jonica, rimangano il centro propulsore delle iniziative dell’intera ‘Ndrangheta; sono il cuore e la testa dell’organizzazione, principale punto di riferimento di tutte le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere. In questo contesto, dagli atti dell’operazione emerge il ruolo della famiglia “Pelle Gambazza” ed in particolare di Giuseppe Pelle, non solo con riferimento del “mandamento ionico” in cui la cosca opera, ma di tutta l’organizzazione a livello “provinciale”. Il boss viene consultato ed assume le decisioni finali in relazione a diverse questioni riguardanti la concessione di “doti” e cariche in tutta la “Provincia”, dissidi interni anche a singole “locali”, singole attivita’ estorsive o comunque di infiltrazione negli appalti. Pelle sarebbe, dunque, “garante degli equilibri spartitori di tipo ndranghetistico tra le varie famiglie”. Gli inquirenti ritengono di avere individuato le gerarchie e gli organigrammi di ogni “Locale” a partire dalla cosca Ficara – Latella, egemone nella zona Sud di Reggio Calabria, per proseguire lungo l’intera fascia Jonica (da cui il nome dell’operazione, “Mandamento”,) sia dei comuni rivieraschi che quelli montani, “con un monitoraggio investigativo capillare e completo – si sottolinea – come mai avvenuto in precedenza”. La “radiografia” investigativa ha consentito di documentare le tipiche espressioni del metodo mafioso, identificando gli autori di estorsioni, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, danneggiamenti, infiltrazione negli appalti pubblici e lavori privati, i quali, per numero e estensione,si sottolinea, “costituiscono un allarmante indice del capillare e asfissiante controllo del territorio esercitato dalla ‘Ndrangheta”. L’indagine ha consentito, dunque, di definire ulteriormente il complesso sistema di regole e rituali della ‘Ndrangheta, aggiornando le acquisizioni sul tema provenienti dall’indagine “Crimine”, individuando nuove cariche , doti e strutture sovraordinate di cui l’organizzazione si ra ultimamente dotata per migliorare la sua efficienza operativa, in linea con quanto emerso nelle operazioni “Crimine” e “Saggezza” e nella recente indagine “Mamma Santissima” del Ros.

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