Nello specifico, in esecuzione dell’odierno provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Emilia, su proposta del Direttore della DIA, sono stati sottoposti a sequestro un appartamento nel comune di Milano e due terreni siti in Calabria, oltre a diversi rapporti finanziari.
Pasquale Brescia, trasferitosi in Emilia Romagna dal 1989, ha da subito sviluppato cointeressenze in imprese edili ed immobiliari. Arrestato nel 2015 nell’ambito dell’operazione “AEMILIA”, è stato accusato di appartenere alla ‘ndrangheta operante nel territorio di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, storicamente legata alla cosca egemone in Cutro, facente capo a Nicolino Grande Aracri.
Per tali accuse, nel 2018, è stato condannato con rito abbreviato a 16 anni di reclusione per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, in quanto “imprenditore intraneo” alla citata organizzazione e collaboratore diretto dei boss.
Nello stesso anno, è stato altresì condannato, con rito ordinario, a 6 anni e 9 mesi di reclusione per aver intestato fittiziamente alla moglie la società Antichi Sapori S.r.l., esercente l’attività di ristorazione, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione.