La Direzione Investigativa Antimafia ha confiscato due beni immobili ed un conto bancario, per circa 400 mila euro, ad un sessantacinquenne originario di Cittanova, nel reggino, ma da tempo radicato ad Albenga, in provincia di Savona.

L’ipotesi è che il 65enne avrebbe avuto “la strategica funzione” di veicolare le comunicazioni tra i diversi sodali del clan ed il fratello, ritenuto il boss della cosca.

Nonostante l’assoluzione del Tribunale di Palmi del luglio 2020, il Tribunale di Reggio Calabria ha lo stesso emesso il provvedimento di confisca ritenendo che il quadro indiziario scaturito dalla precedente indagine abbia determinato comunque la formulazione di un giudizio di pericolosità sociale in capo all’uomo per la presunta contiguità al clan.

L’odierno risultato si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale

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