Domani la vicenda torna davanti ai giudici della corte d’assise di Como, competente per territorio, visto che la ragazza fu portata via dalla sua casa a Eupilio, nella provincia lariana. A giudizio c’è un novarese insieme a tre calabresi.
I quattro, in concorso con altri tredici tutti condannati a suo tempo, “con apporti causali anche distinti, ma comunque convergenti e in attuazione di un comune progetto criminoso” – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini – sequestrarono Cristina, “segregandola in una buca a Castelletto Ticino senza sufficiente areazione, senza possibilità di deambulazione, somministrandole massicce dosi di tranquillanti ed eccitanti, così cagionandone volontariamente la morte”.
Le nuove indagini iniziate nel 2008 e condotte dalla Mobile di Milano hanno portato al processo che si apre domani a Como.
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