Il pericolo di uno scontro all’interno di una famiglia della ‘ndrangheta al Nord. La frattura di un equilibro governato da regole arcaiche e gerarchie quasi dogmatiche. Dove il «capo» decide e gli affiliati eseguono, secondo le sue volontà perché così vuole il vertice criminale della famiglia in Calabria. Il pericolo di una nuova scissione, se non addirittura di una faida, la voglia di «un ruolo di maggior importanza nel clan» scongiurato solo grazie all’intervento del «tribunale» delle cosche. Dove il «Crimine» tutto regola e tutto appiana, specie dopo la lezione dell’omicidio di Carmelo Novella, il boss a capo della Lombardia che osò andare contro le regole consolidate della ‘ndrangheta e finì crivellato di colpi in un bar di San Giorgio su Legnano nell’estate del 2008. C’è anche una «lite» tra uomini dei clan — certamente non paragonabile alla «guerra dei due mondi» innescata dalla vicenda Novella — al centro dell’inchiesta «Crociata» condotta dai carabinieri del comando provinciale di Milano che giovedì mattina ha portato all’esecuzione di 28 ordini di custodia cautelare. Le indagini sono partite nel 2013, e sono già stati arrestati in flagranza 9 pregiudicati e sequestrati quasi 200 chili di droga.

Associazione mafiosa e traffico di droga

I «mandati» sono firmati dal gip milanese Andrea Ghinetti (lo stesso dell’inchiesta Infinito del 2010) su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia (guidata dall’aggiunto Ilda Boccassini) Alessandra Dolci e Marcello Tatangelo. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico internazionale di droga, fino ai reati di usura, estorsione e rapina. Per 11 indagati gli investigatori hanno contestato l’appartenenza al clan Muscatello di Mariano Comense in provincia di Como. L’indagine, infatti, riguarda in particolare le vicende del «locale» di Mariano Comense, da oltre trent’anni nelle solide mani del grande vecchio della ‘ndrangheta al Nord, il boss Salvatore Muscatello, 81 anni, originario di Sant’Agata del Bianco in provincia di Reggio Calabria. Dalla sua casa di Mariano Comense, via al Polliloro 5, a Mariano Comense ha guidato il «locale» fino al suo arresto ai tempi dell’inchiesta Infinito. Nel 2014, mentre si trovava ai domiciliari per motivi di salute, il nuovo mandato di cattura per l’inchiesta Quadrifoglio (Boccassini-Celle-Storari).

 

Il territorio della cosca

Nell’inchiesta «Crociata», i carabinieri hanno «ricostruito le dinamiche criminali del traffico internazionale di stupefacenti destinati ai mercati lombardi, calabresi e pugliesi», ma hanno anche documentato casi di estorsione, usura, rapine e controllo del territorio. La zona della Bassa comasca e quella della Brianza lecchese sono le due aree che in questi ultimi anni hanno fatto registrare una presenza di uomini dei clan mafiosi e un livello di infiltrazione tra i peggiori del Nord Italia, tanto che il termine stesso di «infiltrazione» è ormai improprio: meglio parlare di presenza in tutti i livelli della società, dell’imprenditoria e – in casi più limitati – delle istituzioni. Zone calde anche sul fronte degli omicidi (qui le azioni degli uomini legati a Luciano Nocera) e dei casi di «lupara bianca».

L’agguato al «rampollo»

Non una mafia «inabissata», ma clan «visibili» e «riconoscibili» per incutere ancora maggior timore in chi non rispetta la volontà delle famiglie. E le regole, allora, vengono fatte rispettare (ancora) sparando. Come nel caso, lo scorso 10 ottobre, del ferimento del nipote del «padrino» Muscatello, Ludovico Muscatello, 23 anni. Il giovane venne ferito – in maniera non grave – in un agguato alle 5 di mattina davanti a un panificio con sei colpi di pistola. La vicenda del ferimento del «rampollo» del casato dei Muscatello è al centro dell’inchiesta Crociata e si inserisce in un pericoloso scontro tra famiglie calabresi che i carabinieri hanno potuto osservare quasi in diretta. Questi 23 arresti si aggiungono a quelli già eseguiti nelle operazioni Quadrifoglio (per associazione mafiosa), Pavone (per traffico di droga) e Insubria (associazione mafiosa, ma su altre famiglie). Blitz che si sono succeduti in questi ultimi anni quasi senza scalfire la forza del clan.

FONTE CORSERA

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