Le vittime, quattro uomini e due donne sotto i 35 anni, sono state trasportate nell’obitorio di Locri per l’identificazione. Le operazioni di soccorso continuano tra difficoltà logistiche.

Sono state sbarcate nel porto di Roccella Ionica le sei salme recuperate ieri nel mare Ionio appartenenti a vittime del naufragio della barca a vela carica di migranti avvenuto lunedì scorso a circa 120 miglia dalla costa calabrese. Solo 12 le persone recuperate in vita mentre una donna di 25 anni di origine irachena, era morta durante il viaggio verso il porto di Roccella Ionica. Le 6 vittime recuperate ieri sono quattro uomini e due donne, di età apparente al di sotto dei 35 anni. Le prime tre sono state trasportate dalla motovedetta CP 289 di Reggio Calabria e le altre dalla motovedetta CP 305 di Roccella, giunta nello scalo all’alba. Dopo lo sbarco, le salme sono state trasportate nell’obitorio dell’ospedale di Locri dove sono iniziati i primi accertamenti del medico legale e quelli finalizzati alla successiva identificazione. A tale scopo, la Prefettura di Reggio Calabria ha attivato nel Porto delle Grazie di Roccella Ionica un Punto informativo per fornire assistenza ai parenti delle persone coinvolte. Al momento, secondo quanto si è appreso, al porto non sono ancora arrivati familiari. Le ricerche, alle quali partecipa anche nave Dattilo della Guardia costiera, intanto, proseguono via mare e via aerea ma sono rese estremamente complicate dalla distanza dalla terra a cui è avvenuto il naufragio. I soccorritori evidenziano, ad esempio, che dal momento in cui un mezzo aereo individua un corpo al momento in cui interviene la motovedetta per il recupero, le correnti ed il vento possono avere allontanato lo stesso anche di diverse miglia. I mezzi navali stanno operando a otto ore di viaggio dalla terraferma.
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