“Cosa sta accadendo al nostro mondo? Com’è possibile continuare ad assistere a queste tragedie del mare che si ripetono ogni giorno? Com’è possibile tollerare ancora questi viaggi della morte, dove a morire sono esseri umani che cercano di sfuggire a situazioni di fame, di guerre, di diritti negati e, spesso, a morire sono i bambini?”. A sostenerlo, dopo il naufragio al largo della costa della Calabria di una barca a vela con a bordo una settantina di migranti di cui solo 11 tratti in salvo, è stato il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, rimasto profondamente colpito dall’ennesima tragedia del mare.
“C’è tanta rabbia e indignazione per una tragedia che da tempo si ripete – ha aggiunto il presule -. Queste tragedie avvengono davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove. È alla deriva la nostra umanità. Serve un sussulto di umanità. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell’incapacità di proteggere le persone più vulnerabili. Mi chiedo: perché ai migranti non viene riconosciuto il diritto di poter fare un viaggio in sicurezza verso quei Paesi dove possono vivere in pace e realizzarsi? La gestione delle migrazioni richiede lungimiranza, coraggio, responsabilità. Limitarsi a misure di contenimento, costose in termini economici e di vite umane, non è la soluzione. Urge una conversione politica, che metta al primo posto i diritti fondamentali di ogni uomo, una politica per l’umanità, una politica di accoglienza. Fratelli tutti! Questa è la verità che papa Francesco ha da tempo affidato alla nostra sensibilità”, ha concluso il vescovo di Locri, Oliva. Lo stesso presule locrese ha quindi invitato tutta la comunità diocesana ad una fiaccolata e veglia di preghiera che si terrà sabato prossimo, 22 giugno, a partire dalle 20 a Roccella ionica, “la cittadina – ha precisato monsignor Oliva – che si si sta sempre più contraddistinguendo per lo spirito di accoglienza che sa riservare ai migranti”.
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