“Tutte le sofferenze che ho visto non so se andranno mai via dalla mia testa. Le sogno ogni notte”.

E’ passato un anno da quella maledetta notte ma per Firas El Ghazi, 41 anni, siriano, è come se fosse appena accaduto. Nel naufragio del caicco Summer Love sulla spiaggia di Steccano di Cutro del 26 febbraio 2023 – 94 morti tra i quali 35 minori ed almeno una decina di dispersi – perse il nipotino di 6 anni, Sultan, morto per il freddo in acqua. Adesso vive in un centro profughi di Amburgo. In Germania aveva chiesto la protezione internazionale che vale per tre anni e permetterebbe il ricongiungimento con la famiglia, ma le autorità tedesche gli hanno riconosciuto solo la protezione umanitaria valida un anno.

“Cosa chiedo? – dice adesso dalla Germania, in attesa di tornare a Crotone per le iniziative promosse per ricordare la tragedia – Dateci la possibilità di riunirci con le nostre famiglie per aiutarci a superare questa sofferenza. I nostri diritti sono diminuiti così non posso chiedere il ricongiungimento. Ci sentiamo fregati, nessuno ha mantenuto le promesse fatte dopo il naufragio in Calabria”. “Mi sono pentito di venire in Germania. L’ho fatto – spiega – perché qui c’erano dei familiari e tanti amici e speravo che in Germania mi avrebbero dato la protezione internazionale per lavorare ed aiutare la mia famiglia in Turchia. Forse l’Italia poteva darmi di più? Non lo so. I miei sogni ora sono legati agli aiuti delle persone e non so se si realizzeranno. Mi sono anche pentito di venire in Europa”.

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