Si chiama Andrea Pinto ed oltre ad essere un cantante è soprattutto un grande artista, perché è proprio lui, in prima persona, a scrivere ed a interpretare i vari brani che canta.  Dopo la laurea in lingue e letterature straniere, ha deciso di approfondire i propri studi anche in letteratura, motivo per il quale oggi non smette mai di unire la musica alla poesia.

La sua passione inizia all’età di sedici anni, durante il liceo Colletta di Avellino, la sua città natale e continua ancora oggi ininterrottamente: infatti Andrea è tra i cantanti più bravi ad aver partecipato all’edizione di Sanremo Rock 2023.

Attualmente Andrea è legato alla famosa etichetta discografica Moon Records, di Kiev, che tra i suoi tanti artisti famosi, vanta anche Jamala, vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2016, accoglie nella sua produzione musicale un gran numero di influenze quali il Folk, il Country, l’Indie, il Grunge, il Metal.

Andrea oggi sei tra i più promettenti cantanti rock internazionali. Come è nata la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica è nata negli anni 80. A quel tempo ero solo un bambino, ma ero già totalmente immerso in quel grandioso patrimonio musicale italiano e e internazionale da cui sono stato forgiato. Poi arrivarono gli anni 90 e lì fu l’apoteosi per me. Cominciai ad ascoltare quella musica cosiddetta “grunge” in cui capivi che stavano facendo qualcosa di diverso, che non avevi mai ascoltato prima. Non era il classico rock, non era nemmeno musica metal, ma era semplicemente “grunge”

Ritornando alla mia passione, credo che tutti questi gruppi degli anni 80 e 90, inclusi moltissimi gruppi degli anni 60 e 70 come i Beatles, i Rolling Stones, i Black Sabbath, i Doors, David Bowie etc, abbiano contribuito alla mia formazione e a trasmettermi questo grande amore per la musica. Oltre ad ascoltare li loro bellissimi dischi, sentivo già da giovanissimo il bisogno di “dire la mia”, proprio come stavano facendo loro.

Oltre a cantare sei proprio tu che scrivi i tuoi brani. Come definiresti il tuo genere?

Sì, scrivo testo e musica delle mie canzoni. Il mio genere lo definirei un cantautorato rock, anche se per me è sempre stato difficile definire la mia musica e siccome non mi piacciono molto le categorizzazioni, la considero sempre in evoluzione. Molto spesso, credo che ci impongano troppe etichette: pop, rock, metal etc, che spesso non fanno altro che limitarci.

Penso che in quanto esseri umani, la nostra personalità sia in continua evoluzione. Per questo non dovremmo concentrarci tanto sul genere, ma sulla nostra creatività e sull’originalità e la qualità della musica che produciamo.

Quindi confido nella sperimentazione, per poter arrivare a un fine artistico che sia “piacevolmente inaspettato”.

Mi considero un autore, non un cantante, anche se alla gente piace molto il mio timbro di voce. Ci sono alcune persone che mi chiamano “cantante” e diciamo che per me è molto limitante questo epiteto. La voce è certo importantissima, soprattutto per valorizzare una canzone, ma io, personalmente, sono votato al cantautorato, quindi il cantare e lo scrivere le canzoni, per me, è un qualcosa di inscindibile. Mi sento soddisfatto solo se riesco a scrivere una bella canzone e quindi anche a cantarla. Se dovessi cantare la canzone di un altro, senza averla scritta io, mi sentirei strano. Riesco a trasmettere emozioni e ad esprimermi al cento per cento solo se scrivo e canto le mie canzoni. Forse perché sono uno scrittore e un poeta prima di essere un musicista, non lo so, però è così.

La tua partecipazione a Sanremo rock sarà molto importante. Come consideri questa esperienza?

Diciamo che sono molto felice di partecipare alla 36a edizione di Sanremo Rock, in quanto lo considero un festival importante, un’alternativa a quel classico Festival di Sanremo che davvero non genera in me nessuna emozione positiva.

La direzione artistica di Sanremo Rock dopo aver ascoltato il mio brano, “Se poi” , ha espresso parere favorevole per la mia candidatura, giudicando la mia musica di spessore artistico e culturale molto elevato, ed originale. e questo non può che farmi piacere.

“Sapere che anche se vai contro corrente, ci sono esperti del settore che ti apprezzano, non può che renderti felice”.

Quali sono le tue ambizioni per il futuro?

Al momento sto producendo diversi videoclip per le canzoni del mio ultimo album “Gloria Victis” e credo che alla fine ogni singola canzone avrà il suo video, si tratta di ben 14 tracce.

Non è stata una cosa programmata, mi sentivo semplicemente di farlo. In genere ragiono in questo modo. Mi piace la libertà di azione, seguire il mio istinto. Sono una persona a cui non piacciono troppo le regole e che fa quello in cui crede, anche se questo modo di fare non è che porti sempre dei vantaggi…

Per il futuro, diciamo che sono interessato a produrre tantissime canzoni, “per poter lasciare il mio messaggio ai posteri”. Ho tante idee e voglia di sperimentare, al punto che ho già pronti un paio di nuovi dischi. Sento il bisogno di creare, per potermi forse liberare da tutte quelle frustrazioni e angosce che la vita, soprattutto in questi ultimi anni mi ha “donato”.

Inoltre, porterò avanti, in vista anche dell’imminente pubblicazione del mio nuovo libro di canzoni e poesie “Deserto di sale”, il mio progetto “Poesia in musica” che consiste in un concerto con intervalli poetici tra le varie canzoni tratte dai mie album che canterò e suonerò in acustico, cioè chitarra e voce.

Giovanni Padalino milanofree.it