OSPEDALE DI LOCRI, LO STATO DOV’E’?
Il Comitato di Quartiere Moschetta sarà presente al Sit In a sostegno dell’Ospedale di Locri Oggi, la scommessa vincente per l’intero comprensorio, è riuscire a trasformare l’Ospedale di Locri
in un… Ospedale! Non si tratta di un gioco di parole, bensì di concretizzare una volontà collettiva, inconfutabile e suprema, quella del popolo della Locride, che lancia alla politica – nazionale e regionale – un ultimatum: il paziente deve tornare ad essere al centro del sistema sanitario! VOX POPULI, VOX DEI! Basta col commissariamento della sanità calabrese, che dura da oltre dieci anni, trascinando l’intera Regione nella perdizione infinita di una voragine senza fondo. Un commissariamento che – in sostanza – non ha portato alcun miglioramento della qualità e della quantità dei servizi sanitari erogati. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità e restituisca dignità e onore a questa nobile Terra, che ha dato il nome all’Italia. La sanità pubblica non può continuare ad essere un feudo della politica, che alimenta la corruzione con incarichi dirigenziali e nomine di favore. La salute è quel diritto, primo tra tutti e fondamentale dell’individuo, che rappresenta un bisogno irrinunciabile della persona ed assimila – in senso trasversale – le esigenze e i diritti soggettivi dell’intera collettività. Per tale ragione, come Comitato civico del Quartiere”MOSCHETTA” di Locri, come Comunità, come Calabresi e soprattutto come Locresi, saremo presenti il 20 ottobre 2018, al Sit in permanente presso il Presidio Ospedaliero, promosso dall’Associazione dei Comuni della Locride, in prima linea per tutelare il nostro diritto alla salute e difendere l’Ospedale! Le aziende ospedaliere non possono rimanere il mansueto e facile destriero, cavalcato dai politici di turno, da quegli amministratori che si ricordano che la Calabria esiste ed è una splendida e sconosciuta Terra, soltanto qualche mese prima delle grandi competizioni elettorali. A Locri, l’Ospedale è indispensabile. Un Ospedale con tutte le carte in regola, si badi. Un Ospedale Spoke, ci suggeriscono. E va bene, uno Spoke. Ma che garantisca le specializzazioni differenziate e le prestazioni di base, in maniera adeguata, sicura, equa e specializzata. Uno Spoke che abbia come punto di riferimento un Hub, il centro provinciale di Reggio Calabria, con capacità ad elevata intensità assistenziale, nel quale allocare e curare i casi più complessi, che necessitano di competenze rare, costose e di alta specializzazione. “Un Ospedale che sia realmente uno Spoke, con le risorse necessarie, dotato di attrezzature adeguate, in grado di rispettare gli standard qualitativi, strutturali e tecnologici nazionali” – ci spiega chi l’ambiente sanitario locrese lo conosce molto bene, poichè vi ha operato per decenni, in prima fila, senza orari e senza badare ai turni. E’ il Dott. Roberto Trunfio, che ha diretto in maniera esemplare il reparto di Pediatria – con sezione neonatale – dell’Ospedale di Locri, dimostrando come le eccellenze sanitarie possano esistere e salvare ogni giorno le nostre vite, quelle dei nostri cari e quelle dei nostri figli! Per questo motivo chiedo personalmente a tutti – e a chi è genitore mi appello con maggior fervore – di riflettere sul ruolo doveroso che ognuno di noi in è chiamato a svolgere e di essere presenti, sabato mattina, per sostenere l’iniziativa voluta dai Sindaci della Locride. Agli stessi, come Cittadini di uno Stato obbligato – costituzionalmente – ad assumersi il compito di realizzare tutte le condizioni necessarie per offrire al territorio l’assistenza sanitaria, chiediamo di dare più del massimo, sottoscrivendo – se necessario – un documento comune da indirizzare al
Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio dei Ministri. “Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato anche con mazze e pietre” e il popolo della ionica non ha dubbi, si è espresso già in passato – con presenze plebiscitarie – e ancora una volta lo faccia giorno 20 ottobre. E lo Stato risponda!
Solo se c’è questa volontà, l’Ospedale di Locri potrà rialzarsi dalle ceneri. Le promesse e le parole non bastano più. Quanto sostenuto e detto pochi giorni fa, dal commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, durante l’ incontro tenutosi presso il Palazzo della Cultura di Locri, appare simile ad uno specchietto per le allodole, ineccepibile nella forma e colmo di buoni propositi, ma retorico e sganciato dalla drammatica situazione emergenziale nella quale versa la sanità calabrese. Ci è stato detto che l’azienda sanitaria non avrebbe proceduto – come invece avrebbe dovuto – con i Concorsi per Dirigenti, nè avrebbe provveduto ad acquisti – autorizzati – di nuove importanti attrezzature (TAC e RM). Nessuno ci ha tuttavia spiegato perchè gli organi competenti non hanno denunciato, vigilato, rimosso. Di fatto, il Presidio Ospedaliero locrideo ha assunto negli anni un aspetto camaleontico, trasformandosi da luogo di cura in banca d’affari per alcune famiglie politiche, persino in ring di boxe, con surreali “colpi jab e diretti” ben assestati, nei corridoi del Pronto Soccorso, frutto di tensioni e disperazione. Sono trascorsi ben 10 lustri da quando la legge132/1968, conosciuta come Riforma Mariotti, introdusse il concetto di ospedale pubblico, regalandoci un’immagine di divina ispirazione dell’animo umano: l’universalità e la gratuità delle cure mediche. Per tutti. Indipendentemente dal censo (per dirla alla romana) e proiettate in un’efficace e concreta dimensione egualitaria della società. Le carenza delle risorse finanziarie, specialmente nelle regioni maggiormente in difficoltà, non possono divenire il costante baluardo per avallare disservizi, accorpamenti, infiltrazioni, negligenze, tagli al personale e mancanza di strumentazioni adeguate. Noi adesso abbiamo il dovere morale di garantire al territorio un Ospedale – sicuro ed efficiente – perchè a giocare con la vita, si muore. Perchè c’è chi non può spostarsi per curarsi altrove, perchè le emergenze riguardano tutti noi e perchè la Calabria è la Regione che paga la cifra più elevata per le spese di mobilità sanitaria per i pazienti che vanno a curarsi fuori Regione. Un cane che si morde la coda, un viaggio di sola andata per il nostro Ospedale, senza biglietto di
ritorno e chi è al governo non può più star fermo a guardare.
Ornella Monteleone
Presidente del Comitato di Quartiere
Moschetta di Locri (RC)