Disavventura per un uomo che è stato morso ad una gamba da un rettile, nel Parco Nazionale della Sila. Le temperature miti, i primi funghi di stagione e comunque la voglia di una passeggiata nelle amene foreste silane, portano innumerevoli persone a frequentare l’altipiano.

Il malcapitato stava infatti camminando in un’area boschiva del Parco, a circa 1400 metri di quota, quando improvvisamente ha sentito un forte pizzicotto seguito immediatamente da bruciore, notando un rettile completamente nero tra i piedi.

Senza perdere tempo è andato così all’ospedale di San Giovanni in Fiore, dove sono stati presi i contatti con Gianluca Congi, agente della Polizia Provinciale esperto di rettili, che sebbene libero dal servizio si è subito precipitato al pronto soccorso per visionare il serpente.

Quello che inizialmente si pensava fosse solo un Biacco nero o Carbonaro (Hierophis viridiflavus carbonarius) all’occhio attendo di Congi si è rivelato essere un adulto di Vipera meridionale (Vipera aspis hugyi) melanica, cioè tutta nera.

Un caso singolare che però ha consentito ai sanitari e al centro antiveleni di riferimento di indirizzarsi sulla giusta strada, trattando il morso come quello di un viperide e non di un colubride, in quest’ultimo caso innocuo.

L’uomo, dopo qualche ora ha manifestato una certa sintomatologia perciò è stato ricoverato e tenuto sotto osservazione per alcuni giorni: sta meglio, ma è stata necessaria la somministrazione del siero antiofidico.

Per Gianluca Congi – che recentemente ha seguito un corso di aggiornamento in erpetologia sui rettili italiani e che da tanti anni collabora con vari esperti della materia e salva serpenti, anche velenosi, che incautamente entrano in contatto con ambienti frequentati dall’uomo – il rettile che ha morso il malcapitato sarebbe appunto quella che gli anziani del posto chiamavano un tempo la “vipera nera della Sila”.

In pratica sarebbe un adulto di vipera meridionale affetta da un eccesso di pigmentazione nera meglio noto come melanismo, fenomeno derivante da caratteri ereditari che si manifestano in seguito a dei fattori specifici e che poi porta a individui melanici o melanotici.

Le spoglie del rettile sono state consegnate all’Università della Calabria per le attività scientifiche del caso. Si raccomanda sempre massima prudenza all’interno degli ambienti naturali e specialmente dove si mettono le mani e dove si cammina, facendo sempre la massima attenzione.