Aristide Bava
SIDERNO – Il sidernese Martino Ricupero si è aggiudicato il premio speciale per il miglior componimento in vernacolo calabrese nella dodicesima edizione del Concorso nazionale di poesia ” Amalia Vilotta” di Montalto Uffugo. La cerimonia di premiazione ha avuto luogo presso il Chiostro San Domenico del centro storico del comune cosentino. Un altro calabrese Marco Angilletti di Cropani si è aggiudicato il premio come giovane più promettente. La giuria era presieduta dal regista e drammaturgo Matteo Tarasco. Il premio è stato organizzato, come ogni anno, dalla Fondazione Amalia Vilotta in collaborazione con il Comune di Montalto Uffugo. A parte i premi speciali sono stati assegnati anche i primi tre premi per le poesie inedite sul tema “La distanza” andati rispettivamente a Luisa Aliotta di Caslnuovo di Napoli,Ivano Chistè di Trento e Claudia Buratti di Pietrasanta di Lucca. La serata è stata allietata dalle musiche dei Tarab Ensemble. Particolarmente soddisfatto Martino Ricupero molto noto a Siderno e nella Locride per le sue apprezzate poesie in vernacolo.
La fondazione intitolata alla potessa Amalia Vilotta è nata molti anni addietro con l’obiettivo di diffondere cultura e arte nel territorio locale e nazionale.
Concorso letterario
PREMIO AMALIA VILOTTA ( Montalto Uffugo)
Miglior poesia in vernacolo calabrese……
A…. Martin autore
OCCHJI CHI RRIDUNU
Malincunia, u pisu di jornati
Undi chi pistanu,lenti,a frajia i mari
Nuvuli stanchi,matini ammugliurati
assai distanti a vuci di cotrari
Puru u cafe’,cardu, non risbigghjia
D’assa n’ta vucca n’amaru disijiu
Anni chi passanu senza meravigghjia
E furu tanti,non m affidu u criju
Sta petra tunda chi chiamamu mundu
Gira e poi gira e mai si stanca
Stigli du celu chi cadunu o fundu
Su’ parti da vita, du tempu chi manca
E se daveru arretu potarria tornari
I stessi cosi tornaria a scigghjiri
Tempu p’amuri mai sparagnari
Anzi na sporta chjina,linchjiri
E si possibili tornari a cantari
Canzuni novi,senza stonari
Cu manu aperta,sempi,accarizzari
Occhji chi rridunu,e da gioia …ciangiri
Martin
OCCHI CHE RIDONO
Malinconìa, giorni gravosi,
Onde che sbattono, lente, in riva al mare
Nuvole alte, mattini uggiosi
Molto distanti ,giovani …parlare
Pure il caffè, caldo, non mi sveglia
col retrogusto di amaro desio
Anni passati senza meraviglia
E tanti e tanti,ahimè son io
La pietra tonda chiamata mondo
Gira e rigira, giammai si stanca
Stelle del cielo cadono in fondo
Son parti di vita, del tempo che manca
E se potessi indietro tornare
Le stesse cose sceglierei di fare
Tempo d’amare, senza risparmiare
Anzi, una cesta piena, piena, colmare
Se fosse possibile ricomincerei a cantare
Canzoni nuove, senza stonare
Con mano aperta, sempre, accarezzare
Occhi che ridono e di gioia…lacrimare.
Martin
nella foto Martino Ricupero