Dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali
Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, esprime vicinanza e solidarietà ai cittadini di Platì, al suo Sindaco, Rosario Sergi, e a tutto il Consiglio Comunale, per l’attentato incendiario perpetrato ai danni della Casa Comunale, luogo simbolo delle Istituzioni e di tutta la comunità platiese.
«Chi ha appiccato il fuoco – afferma Sua Eccellenza – non ha solo incendiato un portone, ma ha colpito l’intera comunità di Platì, che non merita di ritrovarsi ancora una volta sulle prime pagine dei media per colpa di pochi senza volto che, agendo nelle tenebre, causano danni materiali e morali ad una Comunità impegnata a costruire un paese migliore e lontano da certi stereotipi che hanno alterato e compromesso la vera immagine di Platì e il futuro dei suoi cittadini.»
Monsignor Oliva rivolge un appello alla Platì onesta e laboriosa che ha conosciuto nel corso della sua visita pastorale: «quella Platì con il volto positivo che vuole rialzarsi e che guarda in avanti con speranza e ha fiducia nelle Istituzioni.»
Di fronte a questi atti, la Chiesa ci ricorda che ogni forma di crimine contraddice il messaggio evangelico, deturpa il volto di una comunità, mette a rischio il bene comune, compromettendo il futuro dei suoi figli.
«Spero che gli autori del gesto vandalico – aggiunge – abbiano il coraggio di parlare e, ravvedendosi, di recuperare la bellezza dell’appartenere a una comunità che ha una storia, una cultura e dei valori umani e cristiani da consegnare alle future generazioni.»
Infine, monsignor Oliva auspica: «Un dialogo aperto e sereno sui problemi del paese fra tutte le forze politiche, con la partecipazione dei cittadini amanti del bene di tutti e di ciascuno; un impegno in prima persona nella ricerca di ciò che veramente conta per la crescita di tutta la comunità. La violenza che è alla base di ogni gesto vandalico rende più povera Platì. Tutti i cittadini purtroppo ne pagano le conseguenze. Solo con il dialogo si costruiscono ponti di civiltà contro le tenebre del male.»