Questa volta parliamo di Monasterace (Monasteraki in greco-calabro). Venendo da Nord, è il primo comune della provincia di Reggio sulla costa ionica: dista, infatti, solo 60 km da Catanzaro. La parola Monasterace si pensa derivi da Monasteraki, che in greco vuol dire “piccolo monastero”. Si è certi dell’esistenza di un piccolo monastero bizantino già nel VI secolo d.C. di cui ancora si possono osservare i ruderi e chiamato ancora oggi di “San Marco”. Questo è stato costruito in piena area archeologica che rimanda all’antica colonia magno-greca di Kaulon, quasi quale continuità ideale nella nuova fede del cristianesimo.

In seguito tutta la vallata fu un fiorire del monachesimo basiliano. Altra ipotesi sul suo toponimo potrebbe ricondurci al periodo normanno. I normanni fondarono in Calabria molti centri urbani. Tra questi le motte. Le motte erano nuclei abitativi che nascevano e crescevano su di una collina sulla quale sommità era posto un apprestamento difensivo. In effetti Monasterace mostra questa caratteristica costruttiva. Quindi anche Monasterace potrebbe avere origine da una “motta” normanna, ed il suo nome attuale potrebbe derivare da Motta-Sterace. Ma come ogni città magno-greca che si rispetti, vi è anche un’altra ipotesi ed interpretazione del toponimo che sposterebbe l’origine della città al secondo o al terzo millennio a.C., in accordo alla tradizione che attribuisce la sua fondazione al tempo che gli antichi Greci indicavano come quello della guerra di Troia, da parte di migranti dal Mediterraneo orientale. Il nome noto a Plinio, infatti, era Mystrae, collegabile al culto di Ishtar, deità fondamentale nei culti mesopotamici durante l’Età del Bronzo, che si manifestava sotto forma del pianeta Venere. “Monasterace” potrebbe essere letto come “mul” (stella), “Ishtar”(Venere), “aki” (suffisso indicativo di località), cioè “il luogo della stella Ishtar”. La leggenda narra che nell’VIII secolo a.C., Caulone, figlio dell’amazzone Cleta, approdò sulle coste antistanti l’odierna Monasterace Marina e qui vi fondò l’antica Kaulon della Magna Grecia.

Monasterace marina è il luogo dell’antica città magno-greca di Kaulon; tuttavia, non si può escludere la possibilità che il sito sia già stato popolato da gente indigena, o addirittura dai bruzi stessi che molto prima del VII secolo a.C. risiedevano in Calabria insieme ai lucani, di cui erano schiavi e successivamente alleati contro le pretese di Roma. Monasterace Superiore, invece, ha un’origine medievale. Fu popolata dai superstiti di Kaulonia, che dopo la deportazione di metà della popolazione a Siracusa da parte di Dionigi e il successivo assoggettamento a Roma, popolarono i colli circostanti per ripararsi dalle malattie infettive quali malaria e plasmodium che si diffondevano nelle pianure ormai abbandonate e per sfuggire alle scorrerie di pirati che approfittando delle distruzioni delle città magnogreche, saccheggiavano e incendiavano i pochi centri rimasti. Rimangono antichi resti della città di Kaulon, come resti del tempio dorico di Kaulon nella Monasterace Marina, oppure il Castello Medievale (Monasterace Superiore), ruderi della chiesetta bizantina intitolata a San Marco e resti di ville romane. Molte le Chiesa, come la Chiesa di Maria SS di Porto salvo, risalente alla fine del Settecento, appartenente ai marchesi di Francia, di cui rimangono il palazzo nobiliare omonimo antistante alla suddetta chiesa, la Chiesa di San Nicola di Bari, risalente alla fine del Seicento , la Chiesa di Maria S.S. di Loreto risalente al XII secolo circa, è stata distrutta negli anni ottanta per far passare una strada e congiungere Monasterace Sup. alla ex SS 110, dell’antica struttura è rimasto solo l’altare con un affresco sempre databile al XII secolo, nell’anno 1999 un gruppo di fedeli, a proprie spese ha eretto un edificio moderno a protezione dello stesso.

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