E’ stato pubblicato sul sito della Società per Azioni Invitalia il bando di gara per l’esecuzione dei lavori di valorizzazione del Parco archeologico dell’Antica Kaulon a Monasterace (Reggio Calabria).
Il soggetto attuatore dell’intervento è il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria diretto da Salvatore Patamia.
A Monasterace, presso il promontorio di Punta Stilo, l’archeologo Paolo Orsi identificò nel 1891 la colonia greca di Kaulonia fondata dagli Achei tra la fine dell’VIII e i primi del VII secolo a.C., un territorio già abitato dai Bruzi, antico popolo di stipe italica, inserito nelle più antiche rotte di frequentazione delle coste meridionali della penisola. Gli Achei avviarono il processo di strutturazione e monumentalizzazione della città. L’insediamento urbano della polis è definito dalla cinta muraria di cui si conservano lunghi tratti e che delimita a Est un’ampia area urbana ubicata sul mare e piega poi verso l’interno includendo un’area collinare. La città conobbe un primo periodo di prosperità economica e commerciale tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. grazie allo sfruttamento delle risorse del territorio, quali le riserve boschive e delle risorse minerarie che le consentirono anche di coniare moneta propria in argento al pari delle maggiori colonie magnogreche. Tuttavia, militarmente debole e compressa tra le due potenti e rivali polis di Crotone e Locri, Kaulonia non fu in grado di durare a lungo come stato autonomo: nel 389 a.C venne assoggettata a Locri. Da questo periodo di declino si risollevò in età ellenistica (seconda metà del IV sec. a.C.-II sec. a.C). Si ridisegna quindi un nuovo impianto urbano. Ciò trova riscontro nel rinvenimento di abitazioni con lussuose pavimentazioni musive, la casa del drago e delle terme pubbliche, dette di Nannon, caratterizzate da intonaci dipinti e da pavimentazioni musive di eccezionale pregio artistico. Il definitivo declino della polis è legato alla spedizione di Pirro contro i Romani. Nel corso del IV e V sec. gradualmente gli abitanti abbandonarono il sito.
Le prime campagne di scavo furono condotte da Paolo Orsi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Seguì un lungo periodo di silenzio interrotto nella seconda metà del secolo scorso e dagli anni ’80 le indagini archeologiche riprendono in modo programmatico con la collaborazione di importanti istituti universitari italiani e stranieri che affiancano la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.
I lavori di valorizzazione consisteranno nella messa in sicurezza e nel miglioramento della fruizione del parco archeologico che è costituito da terreni di proprietà statale e da terreni di proprietà comunale. Il raggiungimento di una visione unitaria del parco sarà possibile attraverso l’installazione di una recinzione lungo tutto il perimetro, compreso il tratto verso la spiaggia. Le infrastrutture di base per la fruizione consisteranno in un sistema dei percorsi e di aree di sosta, arredi per le piazzole di sosta, pannelli didattici, la messa a dimora di piante di ulivo e la realizzazione di uno schermo verde formato da arbusti interrati di lentisco e di altre specie proprie della vegetazione locale e da impianti di illuminazione e di videosorveglianza.
Il progetto è stato curato dalla Direzione regionale Musei Calabria e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
L’intervento è finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Cultura e Sviluppo 2014-2020 per un ammontare di 1.500.000 euro.