Di VINCENZO Raco tratto da il quotidianodelsud.it

La cannula salvavita per il piccolo Pasqualino, è arrivata e sta andando bene anche la petizione promossa da Isabella Notarachille, farmacista monasteracese che vive nel Nord Italia, con poco meno di tremila firme raccolte anche se ci si augura che possano aumentare.

 

Alla Notarachille promotrice di questa petizione, che vive e lavora a Trento chiediamo il perché di questa petizione: Lo Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Il più importante dei diritti soggettivi è il diritto alla salute, che è uno dei diritti inviolabili riconosciuti e garantiti dallart. 2 della Costituzione Italiana.

Tale diritto può essere violato attraverso atti, comportamenti od omissioni, contro le quali il cittadino ha la possibilità di difesa e di intervento, sia attraverso atti stragiudiziali, sia attraverso ricorsi amministrativi, sia, infine, con il ricorso allazione giudiziaria civile o penale.

Per questo e per tanti altri motivi io ho intenzione ad andare avanti”. Per la professionista monasteracese questa situazione non può andare avanti: “Una famiglia con un disabile non può ritrovarsi a lottare quotidianamente anche per questo. Ci sono ben altri problemi ed emergenze da tenere in considerazione quando si ha un disabile

. Mantenere saldi i nervi e la lucidità mentale è fondamentale e le energie non si possono sprecare per cercare di ottenere ciò che è in diritto inviolabile

La disabilità di Pasquale è solo un esempio e una goccia in un mare di assistiti che si vedono negare questo diritto. Non avere budget non vuol dire solo non riuscire ad ottenere i presidi. Vuol dire anche che se tu hai bisogno di una tac di una rmn urgenti non puoi farla in convenzione e devi pagare. Per la Notarachille non può esistere questa differenza abissale tra Nord e Sud: “In Calabria si lotta per avere ciò che di diritto si dovrebbe avere. Perché in Calabria tutto è diverso fuorché le tasse che si pagano come in tutte le altre regioni. Se il rumore mediatico serve ad evidenziare le criticità ben vengano i social e le petizioni”.

Mi sono permessa di espormi perché ho lavorato nell’ambito sanitario in regioni diverse e ho diversi termini di paragone. Queste differenze abissali non si possono accettare”. Già, proprio i livelli minimi di assistenza sono quelli che mancano.