Si pensa alle sette sataniche. Per questo motivo quanto accaduto a Bovalino, ovvero il trafugamento di un importante oggetto religioso, ha fatto subito pensare al satanismo, soprattutto per le modalità in cui è accaduto. Ignoti, infatti, sono entrati in Chiesa e hanno spezzato l’ostia consacrata, oltre a sottrarne una parte portandosela via.

Esprimiamo un profondo dolore, assieme a forte e gridata indignazione, per l’offesa religiosa e il furto del sacro medaglione donato dallo zio Vescovo – Raffaele Morisciano – e custodito fino a qualche giorno addietro, nella chiesa di Santa Maria ad Nives. A parte il coinvolgimento personale ed affettivo, che sempre ci ha legato al nostro avo in virtù dei racconti delle sue nipoti, ovvero le nostre nonne, Francesca e Maddalena Morisciano, noi cugini, desideriamo rappresentare la vicinanza al signor Parroco e ai fedeli tutti, colpiti nel cuore al pari di noi familiari“.

Lo scrivono in una nota i pronipoti del Vescovo Raffaele Morisciano, in seguito al trafugamento del medaglione donato dal loro congiunto alla chiesa di Santa Maria ad Nives, a Bovalino Superiore. “Forse è vero il sospetto lanciato in merito a forme di sette sataniche, che si paleserebbero persino in gesti simili, per di più di dimostrati squilibrati, ragione per la quale, al netto dell’alto valore religioso, almeno ci auguriamo in virtù di un legame familiare stretto e sentito, di rivedere il medaglione, nel suo luogo più consono e corretto, cioè nel posto da cui mani demoniache, lo hanno sottratto proditoriamente nottetempo“.

“Profanare le Ostie è il peccato più grave”

Nella Chiesa, oltre al medaglione, i ladri hanno rubato anche le ostie consacrate, spargendone parte sulla mensa dell’altare. “Esprimo profondo dolore e sconcerto per un gesto sacrilego che offende l’intera comunità cristiana di Bovalino e dell’intera diocesi Profanare le Ostie consacrate e sottrarle dalla custodia eucaristica è uno dei peccati più grandi, una ferita al cuore di tutta la Chiesa e dei suoi fedeli“. Lo ha detto il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva.

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