R. e P.
Operazione Campagna Soprana. Non reggono in appello le accuse della Procura della Repubblica di Pavia e della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Cadono le accuse di associazione per traffico di sostanze stupefacenti , banda armata, traffico di armi, quattro estorsioni aggravate dal metodo mafioso, una serie di intimidazioni e diverse cessione di droga per Barbaro Antonio e Barbaro Rocco , rispettivamente padre e figlio, e per il coimputato Sergi Domenico, tutti originari di Platì ma residenti da diversi anni nella città meneghina, condannati in primo grado dal Gup di Milano rispettivamente a 18 anni , 16 anni e 8 mesi, 8 anni e 8 mesi .
Le indagini, durate tre anni, sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Pavia con la coordinazione della Procura della Repubblica di Pavia e della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano , giunte al termine con il sequestro di ingenti quantità di sostanza stupefacente e l’arresto di 34 persone.
Nel processo di primo grado l’accusa aveva richiesto e ottenuto pene pesanti per i Barbaro, ai quali era stato riconosciuto il ruolo di promotori e finanziatori dell’associazione, rideterminate dalla Corte di Appello di Milano , che ha accolto la tesi difensiva degli avvocati Giuseppe Zangari del foro di Locri e Jacopo Cappetta del foro di Milano , annullando il reato associativo , le estorsioni aggravate dal metodo mafioso, la banda armata, il traffico di armi, e confermato solo alcuni reati di spaccio , riducendo la pena a Barbaro Antonio da 18 anni a 7, a Barbaro Rocco da 16 anni e 8 mesi a 3 anni e 10 mesi, a Sergi Domenico da 8 anni e 8 mesi a 5 anni e 7 mesi , quest’ultimo difeso dagli avvocati Marco Gemelli e Michele Sergi del foro di Reggio Calabria.