Il Centro Operativo D.I.A. di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 10 persone, prevalentemente di origini calabresi, indagate a vario titolo per associazione finalizzata al traffico illecito ed alla detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati vi sono persone con rapporti “forti” con la ‘ndrangheta.
Un’operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti a sfondo ‘ndranghetista. È quella denominata “Linfa”, portata avanti dalla Dia di Milano e coordinata dai magistrati Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena della Direzione distrettuale Antimafia della Procura del capoluogo lombardo, guidata da Ilda Boccassini. Tra gli arrestati Giuseppe Morabito, 58 anni, originario di Rosarno (RC), che avrebbe avuto rapporti con i Bellocco e i Pesce, clan della Piana di Gioia Tauro, nel Reggino. Dalla sua residenza in Svizzera avrebbe controllato il traffico di droga in Lombardia: nell’appartamento del Canton Ticino, però, sarebbe rimasto lo stretto necessario per “dormire tranquillo”, come ha precisato il dirigente della Dia Milanese Piergiorgio Samaja, per il resto continuando a viaggiare, passando ogni giorno la frontiera sul versante comasco per “curare i suoi affari” tra Rodano (MI) e Casorate Primo (PV).
Traffico internazionale di stupefacenti è l’accusa formulata dai Pm e convalidata dal gip Paolo Guidi, e un “ambiente” che nel fascicolo è stato definito senza dubbio “‘Ndranghetista”. L’ordinanza complessiva si chiude con un totale di 13 arresti: 10 in questa operazione (di cui 8 in carcere tra San Vittore e Pavia, 1 ai domiciliari e 1 con obbligo di residenza) 3 in operazioni collegate tra novembre e marzo. L’altro nome di spicco è quello di Francesco Cicino, 47 anni, di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, ma anche lui lombardo d’adozione. Cicino indicato come il braccio destro di Carmelo Novella, il reggente della ‘Ndrangheta in Lombardia, ucciso a San Vittore Olona il 14 luglio 2008. I due fascicoli relativi a Morabito e Cicino erano inizialmente indipendenti, ma si sono poi fusi quando gli investigatori hanno accertato i rapporti fra i due, le telefonate, gli incontri e la gestione del traffico di droga. Fino a quando Morabito non è stato preso l’altra notte, intorno alle 2 mentre viaggiava sulla sua auto di grossa cilindrata con targa elvetica in provincia di Pavia. Un semplice controllo su strada terminato con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel giro di 10 ore sarebbero state eseguite le rimanenti. Morabito era insieme ad un ‘fidato collega’, Antonio Curciarello 50 anni, di Siderno, nel Reggino, ma residente a Legnano (qui una cellula importante dell’organizzazione), già arrestato nel 2008 per associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti su una inchiesta della procura di Palmi. A dare conforto alle indagini personali e ai pedinamenti di questa operazione, il sequestro di 149 chili di marijuana in totale, più 6 chili di cocaina e 40mila euro in contanti.
La droga, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Dia, poteva seguire la direttrice Reggio Calabria – Milano e provincia nelle due direzioni, per essere poi piazzata a Roma e venduta anche ai clan siciliani della zona di Catania: un colpo da 129 di marijuana è avvenuto sulla tangenziale di Roma, e la droga era nascosta in un’auto da Davide Robbi, milanese, anche lui arrestato. L’indagine ha portato a mettere in carcere anche Giuseppe e Saverio Perre, di Locri. Fra gli arrestati di questa tornata anche un incensurato di 22 anni: Francesco Ciliberto, nato a Legnano ma con famiglia di origine calabrese. Ma l’indagine, è stato assicurato, porterà ad altri sviluppi. (AGI)
Il Centro Operativo D.I.A. di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 10 persone, prevalentemente di origini calabresi, indagate a vario titolo per associazione finalizzata al traffico illecito ed alla detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati vi sono persone con rapporti “forti” con la ‘ndrangheta. Un’operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti a sfondo ‘ndranghetista. È quella denominata “Linfa”, portata avanti dalla Dia di Milano e coordinata dai magistrati Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena della Direzione distrettuale Antimafia della Procura del capoluogo lombardo, guidata da Ilda Boccassini. Tra gli arrestati Giuseppe Morabito, 58 anni, originario di Rosarno (RC), che avrebbe avuto rapporti con i Bellocco e i Pesce, clan della Piana di Gioia Tauro, nel Reggino. Dalla sua residenza in Svizzera avrebbe controllato il traffico di droga in Lombardia: nell’appartamento del Canton Ticino, però, sarebbe rimasto lo stretto necessario per “dormire tranquillo”, come ha precisato il dirigente della Dia Milanese Piergiorgio Samaja, per il resto continuando a viaggiare, passando ogni giorno la frontiera sul versante comasco per “curare i suoi affari” tra Rodano (MI) e Casorate Primo (PV). Traffico internazionale di stupefacenti è l’accusa formulata dai Pm e convalidata dal gip Paolo Guidi, e un “ambiente” che nel fascicolo è stato definito senza dubbio “‘Ndranghetista”. L’ordinanza complessiva si chiude con un totale di 13 arresti: 10 in questa operazione (di cui 8 in carcere tra San Vittore e Pavia, 1 ai domiciliari e 1 con obbligo di residenza) 3 in operazioni collegate tra novembre e marzo. L’altro nome di spicco è quello di Francesco Cicino, 47 anni, di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, ma anche lui lombardo d’adozione. Cicino indicato come il braccio destro di Carmelo Novella, il reggente della ‘Ndrangheta in Lombardia, ucciso a San Vittore Olona il 14 luglio 2008. I due fascicoli relativi a Morabito e Cicino erano inizialmente indipendenti, ma si sono poi fusi quando gli investigatori hanno accertato i rapporti fra i due, le telefonate, gli incontri e la gestione del traffico di droga. Fino a quando Morabito non è stato preso l’altra notte, intorno alle 2 mentre viaggiava sulla sua auto di grossa cilindrata con targa elvetica in provincia di Pavia. Un semplice controllo su strada terminato con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel giro di 10 ore sarebbero state eseguite le rimanenti. Morabito era insieme ad un ‘fidato collega’, Antonio Curciarello 50 anni, di Siderno, nel Reggino, ma residente a Legnano (qui una cellula importante dell’organizzazione), già arrestato nel 2008 per associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti su una inchiesta della procura di Palmi. A dare conforto alle indagini personali e ai pedinamenti di questa operazione, il sequestro di 149 chili di marijuana in totale, più 6 chili di cocaina e 40mila euro in contanti. La droga, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Dia, poteva seguire la direttrice Reggio Calabria – Milano e provincia nelle due direzioni, per essere poi piazzata a Roma e venduta anche ai clan siciliani della zona di Catania: un colpo da 129 di marijuana è avvenuto sulla tangenziale di Roma, e la droga era nascosta in un’auto da Davide Robbi, milanese, anche lui arrestato. L’indagine ha portato a mettere in carcere anche Giuseppe e Saverio Perre, di Locri. Fra gli arrestati di questa tornata anche un incensurato di 22 anni: Francesco Ciliberto, nato a Legnano ma con famiglia di origine calabrese. Ma l’indagine, è stato assicurato, porterà ad altri sviluppi. (AGI)