“Questa tragedia faccia comprendere il grave errore di sottovalutazione che è stato fatto sulla rotta migratoria tra la Turchia e la Calabria. Come calabresi ci sentiamo abbandonati, perché l’accoglienza dei migranti dipende solo dallo straordinario impegno dei nostri sindaci”.

Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “La Stampa”, torna a parlare della tragedia di domenica scorsa quando nel naufragio di un’imbarcazione sulle coste di Steccato di Cutro (QUI), nel crotonese, hanno perso la vita decine di migranti, tra cui molte donne e, purtroppo, anche tanti bambini .

Il governatore ha spiegato sulle colonne del quotidiano torinese, poi, come solo nell’anno scorso in Calabria siano sbarcati 18 mila migranti.

“Anche se, rispetto alla Sicilia – ha puntualizzato – la nostra è una meta meno pubblicizzata, diciamo. Noi non ci siamo mai lamentati, non abbiamo mai soffiato sul fuoco o parlato alla pancia dei calabresi. I quali, del resto, hanno sempre mostrato grande solidarietà nei confronti dei migranti e di questo sono orgoglioso”.

“Forse perché – ha aggiunto il presidente della Regione – la nostra è una terra che in passato ha patito il fenomeno dell’emigrazione, ma con una differenza: i calabresi partivano verso Paesi che sapevano governare questo fenomeno”.

Secondo Occhiuto, poi, ci si concentrerebbe sulle partenze dal Nord Africa, che pure interessano la Calabria, e sulla rotta balcanica, chiedendo a Erdogan di fermare le partenze via terra.

Così chi resta bloccato in Turchia prova la traversata via mare, una rotta di cui nessuno parla” sbotta il governatore che entra poi nel merito del Frontex, sostenendo vi siano dei “limiti … nell’attività di soccorso”.

Questa missione europea – precisa – stabilisce come si deve intervenire per i soccorsi, forse dovrebbe definire anche protocolli in ordine ai mezzi da impiegare in caso di condizioni proibitive del mare, come quelle di sabato notte. Non è pensabile che, nel 2023, non si abbiano a disposizione strumenti di soccorso idonei ad affrontare il mare in tempesta. Qui tutti hanno fatto il massimo, ma la tragedia non è stata evitata”.

Poi c’è la gestione dell’accoglienza di chi arriva, su cui vi sentite soli, no?” domanda il giornalista ad Occhiuto che conferma: Assolutamente abbandonatida tutti i governi nazionali: questo è in carica da fine ottobre, quindi ha poche responsabilità. Mi ha confortato il fatto che il ministro Piantedosi sia venuto ad ascoltare le nostre preoccupazioni e richieste, a cominciare dalla necessità di ridurre le presenze nel centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto, che ospita molti migranti in più di quelli previsti”.

“Il governo fa bene a lavorare per limitare le partenze, dialogando con i Paesi di origine e di transito, ma l’urgenza è quella di potenziare gli strumenti europei per il soccorso in mare, a legislazione vigente” conclude Occhiuto.

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